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Nella Relazione tecnica della Legge di Bilancio 2023, “con i decreti-legge n. 73 del 2021 e nn. 36 e 115 del 2022, è stata già avviata la citata riforma volta a perseguire le seguenti finalità richieste dalla UE: la tempestiva nomina del personale docente per l’anno scolastico 2021/2022; la semplificazione delle procedure concorsuali; l’immissione in ruolo del medesimo personale; la formazione, l’abilitazione e l’accesso in ruolo dei docenti; la previsione, per gli insegnanti di ruolo, di forme di premialità e progressioni di carriera“.

Rispetto a quanto dichiarato, Anief precisa come gli obiettivi siano tanto lontani dall’essere raggiunti, anzi: “Il personale supplente è stato nominato ad autunno inoltrato con un balletto delle supplenze dovuto a un algoritmo impazzito – dice il presidente nazionale Marcello Pacifico – , si è toccato il record di mancate immissioni in ruolo rispetto al numero autorizzato di precari; inoltre, da due anni è bloccato il corso concorso abilitante cui avevano chiesto di partecipare migliaia di insegnanti pagando una tassa di iscrizione; senza dimenticare che le forme di premialità, che entreranno a regime tra dieci anni, riguardano una minima quota di insegnanti, con discutibili criteri che saranno in deroga individuati dal ministero e il middle management rimane in alto mare”.

Il giovane sindacato non ha dubbi: certamente, la riforma del PNRR è da revisionare e aggiornare subito in Parlamento che dovrà rivedere il sistema di formazione e reclutamento degli insegnanti. Per tutti questi motivi, Anief annuncia che presenterà specifiche proposte emendative alle Legge di Bilancio 2023, anche sul reclutamento del personale scolastico.

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