
Formazione docenti: quando è obbligatoria?
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Mentre la maggior parte dei docenti italiani sarà a breve impegnata in scrutini e collegi di fine anno, già si pensa agli adempimenti relativi al 2023/24.
Tra questi, i corsi di formazione deliberati in sede collegiale. Vogliamo ora fare chiarezza sull’obbligatorietà o meno di questi impegni.
Lo stesso CCNL prevede che in ogni istituzione scolastica ed educativa il Piano annuale delle attività di aggiornamento e formazione destinate ai docenti sia deliberato dal Collegio dei docenti coerentemente con gli obiettivi e i tempi del POF, considerando anche esigenze ed opzioni individuali.
A fronte di questo, il CCNL scuola 2016/2018, (tutt’ora in vigore, nelle more della definizione nel nuovo accordo 2019/21 che ha definito i soli aspetti economici), si è potuto constatare che non è stata introdotta nessuna norma contrattuale di obbligatorietà della formazione dei docenti.
Del resto, anche la legge 107/2015, aveva stabilito al comma 124, che la formazione debba essere prevista nelle ore di servizio del personale docente.
Cosa accade allora se il collegio docenti delibera un corso all’interno dei confini delineati dal PTOF e dall’autonomia scolastica? In questo caso (come nel caso delle 25 ore per l’inclusione) o il corso viene inserito all’interno del piano delle attività annuali (le famose 40+ 40) oppure deve essere retribuito.
Restano naturalmente fuori da questo perimetro tutte le attività formative su base individuale, compresa la formazione dedicata al docente tutor .

Roberta Granata, insegnante di ruolo nella scuola primaria, é laureata in Giurisprudenza con master in gestione delle risorse umane.
Segretaria Fensir- Sadoc Lombardia, é fondatrice dell’ Organizzazione Nazionale Docenti ed Educatori.