
Bimbi & Inglese: perchè sempre più famiglie scelgono un approccio bilingue
Intervista a: Sara Nicoliello Ellis, docente, mamma di 3 bimbi, owner e fondatrice di “Inglese Bimbi”
Anno dopo anno si rinnova il dibattito su quanto le competenze in inglese degli alunni italiani non siano al livello dei coetanei europei.
In un mondo sempre più interconnesso, dove i nostri figli sono cittadini del mondo, la conoscenza dell’inglese diventa sempre più fondamentale, l’Italia si classifica solamente 24esima in termini di conoscenza dell’inglese; ciò vuol dire che il 73.5% dei paesi del continente hanno un migliore livello linguistico rispetto che a quello degli italiani (Rif.rapporto sulla competenza dell’inglese nel mondo realizzato da EF Education First).
Le motivazioni possono essere molteplici, in primo luogo l’esposizione tardiva alla lingua (si inizia solamente in primaria e con poche ed insufficienti ore), ed in secondo luogo la metodologia didattica utilizzata che si focalizza sulla traduzione e sulla grammatica quando l’inglese va innanzitutto vissuto, privilegiando nelle primissime fasi quindi listening&speaking con un sistema che non preveda passaggi nella lingua madre.
In questo contesto sempre più famiglie si informano e si approcciano al bilinguismo sin dai primi mesi di vita dei propri figli.
Ne parliamo oggi con Sara Nicoliello Ellis, la mamma di tre bambini bilingue, insegnante di inglese oltre che owner e fondatrice di “Inglese bimbi”.
Buongiorno Sara e grazie per per la tua disponibilità e per il tuo tempo. Perché, come mamma, hai deciso di esporre i tuoi bimbi al bilinguismo e come nasce “Inglese bimbi”?
E’ una decisione che ho maturato mentre ero in attesa del primo bimbo che ad oggi ha quasi 15 anni, mentre accarezzavo il mio pancione. Io sono bilingue dalla nascita (madre inglese e padre italiano) ed ho avuto sempre questo forte desiderio di trasmettere questa parte di me. Sia l’italiano che l’inglese fanno dunque parte della mia identità. Vivendo in Italia ho ritenuto importante trasmettere l’inglese non solo per mantenere il legame con la mia famiglia, ma anche poi per avere più opportunità in ambito lavorativo – e devo dire che sono sempre stata avvantaggiata per la mia conoscenza dell’inglese rispetto ad altri candidati – sia anche per poter viaggiare in autonomia e agevole ovunque si vada. Non ho avuto mai dubbi che avrei cresciuto i miei figli bilingui per avere una “marcia in più” ed essere essere cittadini del mondo.
Vivo a Reggio Emilia, ho insegnato inglese in diverse scuole, dalla materna alle superiori. Qui mi conoscono in tanti. Le persone con cui interagisco mi hanno sempre chiesto come avessi fatto a crescere i miei bimbi bilingui e la risposta è molto semplice: non ho fatto nulla di diverso a ciò che fa una mamma italiana con i propri bimbi sin dal primo giorno di vita.
Ho coniugato quindi le mie due grandi passioni, la mia conoscenza dell’inglese e la mia capacità di trasmettere la lingua come una qualsiasi mamma fa ogni giorno con i propri figli, da qui è nato nel 2019 il mio progetto Inglese Bimbi.
Ho iniziato raccontando ai genitori sui social come interagire sin da subito con i bambini in inglese, creando delle circostanze o situazioni ogni giorno in cui utilizzare la lingua e soprattutto basandomi su una comunicazione semplice, postando delle semplici frasi che i genitori possono utilizzare ogni giorno in una normale routine. Il segreto? La costanza.
In questa tua esperienza, quanti genitori si sono rivolti a te? Stai notando un incremento nelle richieste?
Ad oggi la community “Il Bilinguismo è un super potere – Inglese Bimbi” conta circa 9,000 iscritti, la pagina FB è seguita da oltre 20.000 utenti e la pagina Instagram è seguita da 10,000 persone. Sono traguardi importanti, non ci sono solamente genitori, ma anche nonni e caregiver oltre che insegnanti, ed i numeri crescono ogni giorno confermando un vivo interesse per il bilinguismo.
Raccontaci qualcosa in più di “Inglese bimbi”….
Il programma Inglese Bimbi nasce per sviluppare il bilinguismo dei bambini. Anche solo seguendo i social i genitori possono trovare validi spunti, perché tutti i giorni inserisco contenuti di valore, con frasi ed esempi molto pratici ed immediati da poter inserire nella vita di tutti i giorni. La comunicazione è un aspetto fondamentale. Non è necessario organizzare con i propri bambini attività elaborate (es arts&crafts), ma basta promuovere la comunicazione in maniera del tutto naturale inserendo l’inglese nelle attività di tutti i giorni. L’inglese diventa – e questo è il messaggio più grande da passare – parte integrante di una italianissima famiglia italiana.
Che livello di inglese serve ai genitori per approcciare il bilinguismo con i propri bimbi?
Il mio programma viene utilizzato sia da genitori che hanno una conoscenza avanzata dell’inglese, anche insegnanti, ma che spesso non hanno un corretto metodo di approccio o non conoscono le parole delle routine quotidiane dei bimbi molto piccoli (es cambiare il pannolino ecc), sia da genitori con un livello di inglese scolastico: perchè diventa un percorso di crescita da fare insieme. Attraverso i nostri percorsi, forniamo la metodologia e tutto il sostegno per proseguire in questo Journey: è un viaggio vero e proprio l’ingrediente segreto per superare tutti gli ostacoli.
L’italiano è sempre presente nella vita di ogni giorno dei nostri figli, non si deve avere paura ad aumentare l’esposizione alla lingua minoritaria anche in semplici momenti della giornata (come il bagnetto, la pappa, un momenti di gioco), che serve anche a rafforzare la relazione con i propri bimbi. Il genitore diventa il language coach dei propri bambini: investe anche su se stesso per poter influenzare positivamente i propri figli nell’apprendimento di una seconda lingua.
Il timore principale nell’approccio del bilinguismo è dovuto ad un possibile ritardo nel linguaggio da parte dei bambini: cosa ci puoi dire dalla tua esperienza su questo tema?
E’ un timore che sento spesso, ma in realtà tutti gli studi mostrano come il bilinguismo non crea un ritardo in sè. Ci possono essere dei “silent period”, periodi in cui i bambini non si esprimono perchè stanno immagazzinando tutte le informazioni, così come momenti in cui i bambini inseriscono in una stessa frase parole di lingue differenti. Ma non è assolutamente un problema, è il normale processo di apprendimento. Noi ci avvaliamo della consulenza di operatori del settore, come la Logopedista dott.ssa Anna Biavati Smith, esperta in bilinguismo.
Qual è la differenza in termini di apprendimento e di padronanza della seconda (ma anche terza lingua) se appresa durante i primi anni di vita dei bambini (0m-5/6 anni) rispetto a chi inizia in primaria?
Su questo argomento ho intervistato il Prof. Franco Fabbro (Professore ordinario di psicologia clinica presso Università di Udine): un bambino che inizia che inizia ad apprendere una seconda o terza lingua dei primi cinque anni di vita la apprende nella stessa parte del cervello destinata alla lingua madre, quindi non ci sarà alcuno sforzo ad utilizzare indifferentemente una delle lingue, senza passare dalla traduzione. Più i bimbi crescono, più la seconda lingua viene appresa in una differente area e si farà più difficoltà essendoci maggiore necessità di passare dalla traduzione. Man mano che crescono i bimbi possono essere anche frenati da timidezza o insicurezza, o anche solo da un approccio esclusivamente scolastico (es: studio perchè devo studiare e non per il piacere di imparare una seconda lingua)
In questi casi consiglio ai genitori di rassicurare costantemente i propri bimbi e di proporre l’inglese principalmente come un gioco. Che è poi quello che faccio io in classe con i miei alunni quando mi trovo nelle classi dei più piccoli. Gioco con loro esprimendomi solamente in inglese, metto via i libri, ci divertiamo.
Purtroppo la scuola italiana non prevede nè l’inglese sin dalla primissima infanzia nè delle sezioni bilingue in primaria, tranne le scuole private e le scuole internazionali. Se tu potessi rivolgerti al Ministro dell’Istruzione e del Merito, cosa ti sentiresti di suggerire?
Nella scuola della mia bambina, che oggi ha 7 anni, è prevista una sola ora di inglese in prima elementare e due ore dalla seconda elementare. Totalmente insufficienti. Tutti i bambini dovrebbero avere la possibilità di crescere bilingui, servirebbero almeno 2 ore al giorno di full immersion in inglese sin dal nido. Questo non significa sconvolgere i programmi didattici, perché ad esempio una o più materie potrebbero essere svolte direttamente in lingua inglese.
Un consiglio invece per i genitori ed i docenti di scuola primaria….
Il segreto è divertirsi insieme ai propri figli ed agli alunni, mettere da parte i libri di testo ed utilizzare l’inglese in maniera del tutto naturale costruendo delle abitudini. Sin dalla prima elementare può essere introdotta la lettura di libri in lingua inglese, per poi proporre di “recitare” insieme la storia in classe ad esempio. L’importante, come già detto, è essere estremamente costanti.
Sapete che nelle scuole inglesi non vengono utilizzati libri di grammatica? Perchè allora nelle nostre scuole i bimbi sono alle prese con poco divertenti esercizi sui grammar book? L’inglese è una lingua che si apprende principalmente con il metodo learn by doing, viviamo insieme questo viaggio!
Per tutti coloro che volessero mettersi in contatto con te e puoi ricordarci i tuoi canali?
Certamente! Genitori ed insegnanti possono collegarsi al gruppo FB https://www.facebook.com/groups/206732940439902/?ref=share ,
seguire la pagina https://www.facebook.com/inglesebimbi,
visitare il sito web https://www.inglesebimbi.com/ dove si trovano tantissimi contenuti gratuiti ed iscriversi alla newsletter scrivendo a info@inglesebimbi.com
Siamo anche su Instagram: https://www.instagram.com/inglesebimbi/
Esporre il proprio bambino ad una seconda lingua sin da subito nei primi anni di vita e’ sicuramente un dono ed è una grande opportunità sia per il bambino ma anche per i genitori per mettersi in gioco con l’inglese per essere cittadini di un mondo che sta diventando sempre più senza frontiere.
Grazie ancora Sara e speriamo di vederci presto in una prossima diretta streaming!

Dott.ssa Stefania Sambataro
Manager, post graduate in Economia delle Istituzioni ed Economia Internazionale
Vicepresidente e co-fondatore Comitato Nazionale IdeaScuola
Esperta in IAQ (Indoor Air Quality) per le aule scolastiche
Info sull'autore
Dott.ssa Stefania Sambataro Manager, post graduate in Economia delle Istituzioni ed Economia Internazionale Vicepresidente e co-fondatore Comitato Nazionale IdeaScuola Esperta in IAQ (Indoor Air Quality) per le aule scolastiche