
Prove Invalsi, un corpo estraneo e poco utile alla scuola
Prove Invalsi. La riproposizione annuale che non lascia tracce del suo passaggio. La frattura con la scuola reale.
Prove Invalsi, “straniere” e inutili per la scuola
Prove Invalsi. Anche quest’anno si ripete il rito. Per chi lavora ogni giorno a scuola, è difficile coglierne la sua utilità. Alex Corlazzoli, maestro e giornalista (si noti la prima qualifica) è stato molto duro. Il giudizio risulta autorevole, in quanto espresso da una persona esperta d’aula. Quindi condivisibili gli atti d’accusa, verso una prassi percepita come estranea alla scuola.
Innanzitutto si coglie spesso la discontinuità, la frattura con il lavoro didattico quotidiano. Le prove Invalsi, infatti non prevedono alcuna personalizzazione. Sono pensate, elaborate con standard spesso molto alti, rispetto alla complessità espressa dai ragazzi. Il riferimento di queste prove è un ideatipo di alunno, quasi mai rispondente alla realtà. La conferma proviene dalla prova d’italiano svolta questa mattina. Gli esperti Invalsi, immaginano complessi processi di comprensione e di deduzione ( ad esempio il “paratrac”) che richiedono un codice linguistico elaborato (B. Berstein) costituito da un vocabolario ricco (sinonimi e contrari congiunzioni, avverbi, pronomi…) una grammatica e una sintassi complete.
Come scritto da Alex Corlazzoli, i genitori che generalmente “non ne sono a conoscenza e poco coinvolti nei risultati” li percepiscono come un corpo avulso, un momento di sospensione del lavoro didattico, sperimentando il suo essere altro, diverso rispetto alla quotidianità dalla quale, invece ricvono dati valutativi certi e in progress. Da qui la percezioone della loro insignificanza.
L’estraneita, infine è confermata dal fatto che non servono a rinuovere le criticità storiche del sistema scolastico, confermando l’impressione di una ritualità formale, ma scarsamente efficace.
Tutti questi elementi giustificavano l’intento elettorale di FdI ad abolirle. Purtroppo sono passati sette mesi mesi dal 25 settembre (elezioni politiche) e tutto è rimasto come prima. Difficile comprendere il motivo di questa inazione, lasciando il sospetto che servano solo a mantenere in piedi l’Invalsi.

Gianfranco Scialpi, dal 1983 docente di scuola primaria. Dal 1994 svolge attività di formazione su tematiche prevalentemente didattiche. Recentemente ha tenuto corsi di corsi sull’uso delle Tic nella didattica (mappe concettuali) e sulla navigazione sicura nel Web rivolti soprattutto agli studenti. E’ stato preparatore agli esami Ecdl presso il proprio istituto. Ha un blog personale. Qui ha pubblicato in questi ultimi anni 1.700 articoli. E’ articolista presso diverse testate online (OrizzonteScuola, ScuolaInforma e Informazionescuola…). E’ coautore di testi di didattica (Istituto Didattico Teramo). Nel proprio Istituto scolastico ricopre le funzioni di F.S. alle Tic, referente al contrasto al Cyberbullismo e responsabile di plesso. Con il supporto del Municipio 3° e 5° (Roma) ha costituito un gruppo di referenti al Cyberbullismo (2018), che poi ha realizzato un comune regolamento come previsto dalla legge 71/17. Ma la sua attività principale resta quella svolta in aula. Attualmente con 24 fantastici bimbetti.