Autonomia differenziata: Intervista a Graziamaria Pistorino della Segreteria Nazionale Flc Cgil

Autonomia differenziata: Intervista a Graziamaria Pistorino della Segreteria Nazionale Flc Cgil

27 Aprile 2023 0 Di Libero Tassella

Parafrasando il famoso incipit del Manifesto di K. Marx, uno spettro si aggira purtroppo nel nostro Paese, quello dell’autonomia differenziata. Su questo gli Italiani sono indifferenti. Nelle scuole se ne parla molto poco, mentre si fa fatica a mobilitare l’opinione pubblica.
Intervistiamo Graziamaria Pistorino della segreteria nazionale della Flc Cgil.

Prof.ssa Pistorino cos’è l’autonomia differenziata?
“Si tratta di un meccanismo istituzionale introdotto dalla riforma costituzionale del 2001 che realizza un diverso rapporto tra Stato e Regioni.
In parole molto semplici: su ben 23 materie definite dall’art. 116, la podestà legislativa si sposta dallo Stato alla Regione che ne fa richiesta. Parallelamente, una quota parte delle tasse oggi pagate allo Stato si trasferiscono alle Regioni secondo un meccanismo che impoverisce le disponibilità destinate ai bisogni di tutto il Paese e aumenta le risorse destinate a chi chiede maggiore autonomia, che al momento sono le Regioni a maggiore PIL pro capite. Si realizza così, con l’espressione del Prof. Viesti, la secessione dei ricchi”.

Per la Scuola cosa potrebbe comportare in concreto l’autonomia differenziata nel prossimo futuro?


“Sarebbe un danno enorme per tutti gli studenti italiani, di qualunque Regione. Tra le 23 materie infatti, è prevista l’istruzione e, quindi la possibilità di legiferare sulle Norme Generali, sulla Valutazione di Sistema, sull’Indizione dei concorsi, etc. passerebbe alle Regioni con il risultato di sistemi scolastici (programmi, ordinamenti, orario delle lezioni,..) diversi da regione a regione con la compromissione evidente del valore legale del titolo di studio (:il diploma valido in Calabria potrebbe non essere valutato come quello Toscano).
Ci sarebbero ricadute gravi per il valore nazionale del contratto di lavoro e conseguenze per tutte le categorie:

  • organico regionale del personale scolastico (più o meno numeroso, con differenti numeri alunni/classe, carichi di lavoro diversi, maggiore o minore disponibilità di sedi per i trasferimenti,…); concorsi regionali con specifiche limitazioni (residenza, conoscenza della cultura regionale,…); regionalizzare da subito la Dirigenza scolastica (chiamata diretta?);
    costruire contratti regionali (con ruolo solo regionale?); intervenire sulla mobilità, sottraendo la materia alla regolamentazione nazionale con evidenti blocchi degli spostamenti tra regioni.

Le Regioni richiedenti potrebbero anche adottare metodi di chiamata dei supplenti diversi da regione a regione e regole differenziate per il reclutamento.

 


Cosa sta facendo il Governo di Centrodestra sull’autonomia differenziata?


“Il Ministro Calderoli e altri autorevoli esponenti dell’esecutivo hanno rilanciato con forza l’attuazione dell’Autonomia Differenziata. Con il Disegno di legge approvato il 2 febbraio 2023 dal Consiglio dei Ministri e con la Legge di bilancio 2023 hanno messo nero su bianco la volontà del governo di realizzare i progetti regionalistici. Si prevede di definire i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), a partire da “una ricognizione della spesa storica a carattere permanente dell’ultimo triennio” e “nell’ambito degli stanziamenti di bilancio a legislazione vigente”.
Non c’è alcun dubbio: per il governo Meloni i LEP devono essere veramente “essenziali”, cioè minimi. Infatti, delle due l’una: o la “spesa storica” verrà confermata, sancendo così definitivamente un divario impressionante tra le diverse aree del Paese, oppure, rivoluzionando le modalità di trasferimento delle risorse ai territori, si procederà ad una non credibile, né auspicabile “compensazione”, togliendo finanziamenti alle zone che ne ricevono di più per darli a quelle svantaggiate. In tutti i casi, i “limiti di stanziamento a legislazione vigente” a priori, smentiscono qualunque possibile ipotesi di maggiore investimento per questi LEP.
Si tratta di realizzare gli antichi obiettivi secessionisti della Lega Nord: la frammentazione della Repubblica è alla portata del governo”.

 


Da novembre 2022 è partita nel Paese una petizione, che è ora alle battute finali, per raccogliere 50.000 firme al fine di portare in Parlamento, esautorato dalla riforma Calderoli, una legge di iniziativa popolare per arginare l’autonomia differenziata. Quali sono le proposte contenute in questa Legge?


“Sì, la sottoscrizione ha lo scopo di raccogliere entro il 9 maggio prossimo le firme necessarie per portare la legge di iniziativa popolare in Parlamento perché venga discussa.
La proposta è finalizzata a una riscrittura mirata degli articoli 116.3 e 117 della Costituzione che, limitando i profili di pericolosità del ddl Calderoli, circoscrive l’autonomia. Si articola su quattro punti:
• espungere il principio pattizio, che introduce l’autonomia attraverso una trattativa tra governo e singola regione, riducendo il parlamento a un ruolo di mera ratifica, collegare l’autonomia a specificità della regione richiedente e introdurre per la legge di approvazione momenti di (eventuale) verifica referendaria;
• riportare la formazione professionale dalla competenza esclusiva delle Regioni alla competenza concorrente Stato-Regioni, spostare dalla potestà concorrente a quella esclusiva statale le materie ritenute strategiche per l’unità del paese, dall’istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e universitarie, alla salute e al sistema sanitario nazionale, a porti, aeroporti, autostrade, ferrovie, reti di comunicazione e altro;
• modificare i livelli “essenziali” in livelli “uniformi” delle prestazioni;
• introdurre una clausola di supremazia della legge statale, tipica degli stati federali, costruita sull’unità della Repubblica (come negli Stati Uniti o nella Repubblica federale tedesca).
5) In queste ultime settimane i Francesi stanno manifestando in piazza a Parigi contro la riforma delle pensioni voluta dal Presidente Macron, in Italia invece si stenta ancora a scendere in piazza contro una riforma che coinvolge milioni di cittadini, discriminandoli in base a dove nascono e vivono”.

 


Sono previste manifestazioni? La CGIL è pronta per la mobilitazione non solo dei lavoratori della scuola, ma di tutte le lavoratrici e i lavoratori, le cittadine e i cittadini?


“Siamo certamente pronti: la CGIL ha contrastato dalla prima ora l’autonomia differenziata già nella fase della modifica del Titolo V del 2001 e oggi i documenti ufficiali prodotti dal congresso della CGIL dichiarano:
L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA – così come il PRESIDENZIALISMO – è espressione di un’idea di modello sociale che nega i principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà e, in questi termini, avrà conseguenze drammatiche sulla vita materiale delle persone, a partire dal riconoscimento dei loro diritti (alla salute, alla scuola, al lavoro, alla mobilità…), e sull’intero sistema economico e produttivo”. Sulla scorta di queste determinazioni abbiamo avviato, oltre alla campagna con CISL e UIL sui temi dello sviluppo e della fiscalità, una mobilitazione specifica su questo tema, anche senza il supporto unitario, che ci sta portando in ogni piazza e luogo di lavoro per informare i cittadini e i lavoratori di cosa sta rischiando il Paese. Sarà questa fase di consapevolezza a condurci alle azioni conseguenti, perché un pericolo così grande, non ancora compreso né percepito, deve essere fermato a tutti i costi e la CGIL c’è”!