
G. Valditara, la lettura ideologica del ’68
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G. Valditara, la lettura ideologica del ’68. Nell’articolo scritto per Lettera 150 e proposto anche dal quotidiano Libero mancano dati e ricerche
G. Valditara, la sua lettura del ’68
G. Valditara, ha scritto un articolo apparso su Lettera 15o″ (gennaio/febbraio 2023) e il quotidiano Libero. Le riflessioni sono di parte, condizionate anche dal quadro ideologico del Ministro-giornalista. Da qui non stupisce la chiamata in causa del movimento del ’68, imputando il disastro educativo della scuola a quell’evento Si legge, infatti “Una naturale spinta a rivedere un certo assetto sociale ingessato, patriarcale, tutto doveri e pochi diritti, è stata tuttavia gravemente contaminata da “cattivi maestri” che hanno imposto tre dogmi rivelatisi nefasti: il disconoscimento dell’autorità; un egualitarismo che sta a fondamento del principio noto come dell’uno vale uno, l’opposto del principio costituzionale di uguaglianza, che presuppone trattamenti diseguali per situazioni diseguali e che non disconosce il merito; la teoria della liberazione. Senza il rispetto della autorità legittima e democratica una società scivola nella anarchia e nel regresso sociale. La crisi di autorevolezza dei docenti inizia proprio nella contestazione del rispetto dovuto ad ogni “autorità”. L’egualitarismo che non riconosce le competenze individuali ha portato a far sì che la opinione del discente sia stata messa sullo stesso piano della parola del docente: la scienza non è democratica, un conto è stimolare il dibattito e la partecipazione vissuta alle lezioni (metodo peraltro praticato da millenni da ogni buon pedagogo), un altro contestare il principio che chi meno sa deve imparare da chi più sa.”.
Il contributo necessita di integrazioni scintifiche
Ovviamente l’articolo è sintetico, in quanto deve rispondere al format giornalistico. E qui sta il suo limite: semplificare un evento complesso che ha inciso comunque sul dopo della storia italiana e non solo (maggio francese…) Il Ministro-giornalista è consapevole che l’assenza di dati e rcerche, si presta a diverse critiche. Infatti scrive”Secondo Bankitalia l’ascensore sociale si sarebbe bloccato in Italia alla metà degli anni ‘70 del secolo scorso. È difficile dire se questo dato debba essere considerato conseguenza diretta della rivoluzione del ’68 o se la coincidenza sia solo casuale. Occorrerebbe una seria indagine scientifica. È tuttavia indubbio che la scuola del dopo ’68 ha peggiorato la sua capacità di stimolare la mobilità sociale, concorrendo piuttosto a cristallizzare le differenze e quindi favorendo una società classista”
Purtroppo poi G. Valditara abbandona la dovuta prudenza storica, presentando le cause care alla destra. Dimentica che sono stati scritti libri anche di un certo peso culturale. Probabilmente, però il contributo doveva semplicemente confermare il quadro culturale dei lettori di Lettera 150. Del resto il Ministro sta seguendo questa linea. E’ sufficiente ricordare la vicenda della preside di Firenze

Gianfranco Scialpi, dal 1983 docente di scuola primaria. Dal 1994 svolge attività di formazione su tematiche prevalentemente didattiche. Recentemente ha tenuto corsi di corsi sull’uso delle Tic nella didattica (mappe concettuali) e sulla navigazione sicura nel Web rivolti soprattutto agli studenti. E’ stato preparatore agli esami Ecdl presso il proprio istituto. Ha un blog personale. Qui ha pubblicato in questi ultimi anni 1.700 articoli. E’ articolista presso diverse testate online (OrizzonteScuola, ScuolaInforma e Informazionescuola…). E’ coautore di testi di didattica (Istituto Didattico Teramo). Nel proprio Istituto scolastico ricopre le funzioni di F.S. alle Tic, referente al contrasto al Cyberbullismo e responsabile di plesso. Con il supporto del Municipio 3° e 5° (Roma) ha costituito un gruppo di referenti al Cyberbullismo (2018), che poi ha realizzato un comune regolamento come previsto dalla legge 71/17. Ma la sua attività principale resta quella svolta in aula. Attualmente con 24 fantastici bimbetti.