
Scuola, l’ultimo “esperto” di scuola sale in cattedra e suggerisce la mitezza
Scuola, Eugenio Borgna sale in cattedra e suggerisce l’insegnamento della mitezza. Quanta distanza con la scuola reale.
Scuola. Eugenio Borgna “sale in cattedra”
Scuola. Eugenio Borgna noto psichiatra e ora scrittore “sale in cattedra“, indicando agli insegnanti una possibile soluzione al disagio generazionale. Si legge sul Corriere della Sera : “il mondo in cui viviamo tende ad essere contrassegnato dalla violenza e dall’arroganza, dall’indifferenza e dalla mancanza di gentilezza e di tenerezza, che non consentono di ascoltare e di partecipare al dolore e alla sofferenza delle persone che la vita ci fa incontrare…La mitezza è una dote che ho conosciuto nella sua luce interiore, quando mi sono incontrato con la sofferenza psichica, con la follia come sorella infelice della poesia, ma la mitezza è contagiosa, se incontriamo persone miti, qualcosa cambia nel nostro cuore, e lo diveniamo, almeno in parte, anche noi. L’immagine dell’allenarsi a vivere con mitezza è molto bella, e, direi, si confonde con l’immagine del contagio: l’una e l’altra testimoniano del valore e del significato della mitezza…La scuola ha una grande importanza nell’insegnare cosa sia la mitezza, e come la si possa riconoscere nella sua fragilità”.
Quanta distanza con la realtà delle aule
Il ragionamento non fa una piega. Presenta, però un’ evidente criticità: E. Borgna non frequenta la scuola, le aule da parecchio tempo. Non penso a incontri estemporanei, ma a una presenza continua che abbracci un arco temporale almeno di un anno. Purtroppo il noto psichiatra non sfugge alla tentazione di salire in cattedra e indicare agli insegnanti la soluzione. E’ un approccio consolidato, quello di esprimere il proprio pensiero sulla scuola, indicando soluzioni poco praticabili. Pensiamo al sovraffollamento delle aule, all’inevitabile rumorosità prodotta anche da un’agitazione di fondo dei ragazzi. L’elenco si conclude con situazioni dove esistono studenti con Bes, Dsa…, una significativa contrapposizione tra gli allievi e gli insegnanti e l’inevitabile responsabilità civile e penale di quest’ultimi. Difficile, certo non impossibile, insegnare in questi contesti la mitezza. Quando le condizioni lo permettono, l’obiettivo può essere raggiunto rallentando la parte didattica. E qui nascono altri problemi con i genitori attenti agli aspetti prestazionali.
Dal fronte una testimonianza coinvolgente
Un grande problema per gli insegnanti, non per gli “esperti” d’aula d’altri tempi. Questi ultimi usano una prosa non coinvolgente, indicativa di una distanza dall’aula.
Qualche settimana riferivo di una testimonianza di un insegnante che vive la complessità dell’aula. Le parole trasudano passione e frustrazione. Sentimenti comuni a molti insegnanti. Ne riporto qualche passaggio (Micromega 30 gennaio 2023): “Riporto qualche passaggio:”…il dubbio si insinua tra le parole della dirigente: se non si arriva al minimo di venticinque studenti per classe, la terza prima non si farà. E questo indipendentemente dalla presenza e dal numero di iscritti BES, ovvero alunni dai Bisogni Educativi Speciali, legati sia all’apprendimento, sia a disabilità psichiche e/o fisiche, sia a svantaggi sociali. I numeri diventano una discriminante inesorabile, l’opposto del messaggio di inclusione che questa scuola vuole dare. Quando le iscrizioni non sono un multiplo di venticinque, salta una classe e ci si ritrova con prime da 30 alunni, con o senza alunni BES…Ogni giorno guardiamo il ‘bollettino dei numeri’. Ogni giorno, da neo assunta in questa scuola, ho una o due ore nell’unica prima liceo di questa sede, e mi confronto con una classe di ventinove studenti. Di questi, cinque hanno certificazioni per le quali c’è bisogno di attenzioni particolari, sia dal punto di vista della didattica, che del rapporto umano. Che poi, al di là di questi certificati, ogni adolescente che affronta il primo anno di scuola superiore, ha bisogni speciali, soprattutto nell’era post pandemia. Riuscire a individuarli e trovare strade per facilitare l’apprendimento, è una missione che si complica esponenzialmente quando i numeri salgono…Tenere’ una classe di venti persone, come si dice costantemente di noi docenti, ‘che sappiamo o non sappiamo tenere la classe’, è un obiettivo possibile. ‘Tenerne’ una di trenta persone diventa un’utopia, una chimera, un sogno che ci toglie il sonno la notte”.

Gianfranco Scialpi, dal 1983 docente di scuola primaria. Dal 1994 svolge attività di formazione su tematiche prevalentemente didattiche. Recentemente ha tenuto corsi di corsi sull’uso delle Tic nella didattica (mappe concettuali) e sulla navigazione sicura nel Web rivolti soprattutto agli studenti. E’ stato preparatore agli esami Ecdl presso il proprio istituto. Ha un blog personale. Qui ha pubblicato in questi ultimi anni 1.700 articoli. E’ articolista presso diverse testate online (OrizzonteScuola, ScuolaInforma e Informazionescuola…). E’ coautore di testi di didattica (Istituto Didattico Teramo). Nel proprio Istituto scolastico ricopre le funzioni di F.S. alle Tic, referente al contrasto al Cyberbullismo e responsabile di plesso. Con il supporto del Municipio 3° e 5° (Roma) ha costituito un gruppo di referenti al Cyberbullismo (2018), che poi ha realizzato un comune regolamento come previsto dalla legge 71/17. Ma la sua attività principale resta quella svolta in aula. Attualmente con 24 fantastici bimbetti.