Dopo poco più di una settimana dall’aggressione alla professoressa Lucia Celotto, oggi pomeriggio si è svolta una manifestazione contro la violenza nelle scuole organizzata da un’associazione culturale stabiese

Dopo poco più di una settimana dall’aggressione alla professoressa Lucia Celotto, oggi pomeriggio si è svolta una manifestazione contro la violenza nelle scuole organizzata da un’associazione culturale stabiese

1 Aprile 2023 1 Di Valeria Longobardi

Parteciparvi era un gesto doveroso verso la collega e verso l’intera comunità del Plinio. Appuntamento alle 16 alla Cassarmonica: c’erano una trentina di alunni, una quindicina di docenti del Plinio e del Severi, tre dirigenti scolastici, qualche genitore, Lucia, il politico di turno che non perde mai l’occasione di essere protagonista, due giornaliste che dai primi giorni hanno seguito la vicenda, una telecamera. Qualcuno è andato anche dal parrucchiere per l’occasione… Tanti i cartelloni, ma nessuno (tranne il politico di turno davanti alla telecamera) ha preso la parola: a parlare erano gli abbracci e gli slogan urlati dai ragazzi: “Sostegno ai docenti”, “scuola più famiglia: una meraviglia”, “Fuori la violenza dalle scuole”. Tanti erano i sorrisi, le chiacchiere tra colleghi, si respirava un’aria di riconciliazione: dopo i recenti scambi di opinione in tv, la professoressa si è fatta anche una foto insieme alla dirigente.

                                                              


Insomma non è andata tanto male, ma sarebbe stato meglio se quella manifestazione l’avessero organizzata i ragazzi, se avessero sfilato in tantissimi urlando: “Francesca torna a scuola, ti aspettiamo!”. Perché Francesca, da giovedì scorso, non sta più frequentando e rischia di essere un’alunna dispersa: il più grande fallimento della scuola. Forse ancora non sta bene, sicuramente è arrabbiata, teme il giudizio di compagni e professori, ha paura che quello che è successo avrà ricadute sulla sua famiglia. Ebbene, al quadretto buonista di questo pomeriggio, mancano due elementi fondamentali: le scuse della famiglia, che sa di essere dalla parte del torto, ma continua a negare la violenza degli schiaffi e delle parolacce e delle minacce fatte a dei ragazzini (che magari la collega ci ripensa e ritira la denuncia…), e manca l’incoraggiamento a Francesca, perché torni a scuola e recuperi il suo diritto allo studio, all’amicizia, alla crescita in un ambiente sano. Una scuola veramente unita, sicura e accogliente segue la logica del “non uno di meno” ed organizzerebbe un consiglio di classe, un collegio dei docenti e un’assemblea degli studenti per mandare un messaggio a Francesca: “torna a scuola! Noi siamo anche dalla tua parte”.