SCUOLA – Sostegno con 100mila posti liberi, quel “buco nero” da cancellare

SCUOLA – Sostegno con 100mila posti liberi, quel “buco nero” da cancellare

“È arrivato il momento di tutelare il diritto allo studio degli alunni con disabilità: diciamo addio ai posti in deroga, perché sono tutte cattedre libere che devono andare in organico di diritto, e poiché abbiamo oltre 70mila docenti di sostegno non specializzati ci aspettiamo un immediato aumento consistente del numero dei posti a disposizione per il Tfa sostegno: ne sono necessari almeno 50mila. Inoltre, per questo ciclo di formazione sarà importate che il numero dei posti messi a bando dagli atenei si determini sulla base di un requisito prioritario: il fabbisogno locale di cattedre e non le disponibilità degli atenei ad organizzare i corsi”. A dichiararlo è stato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commentando le possibili modifiche dell’ordinanza ministeriale 112 sulle Gps per il riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero.

“Noi siamo dell’avviso – continua Pacifico – che non è possibile vietare la stipula dei contratti a chi è in attesa di riconoscimento dei titoli presi all’estero, ancora di più perché si andrebbero comunque ad assegnare i posti a personale spesso non specializzato o non abilitato all’insegnamento. Il vero nodo da sciogliere è un altro: visto che nell’Atto di indirizzo sottoscritto dal Ministro dell’Istruzione e del Merito apprendiamo che c’è l’impegno ufficiale dell’amministrazione scolastica nel volere realizzare finalmente maggiori immissioni in ruolo di docenti specializzati, allora con l’occasione specializziamo un numero alto di nuovi docenti, non meno di 50mila, e rendiamo giustizia a chi in questi anni è stato costretto a conseguire i titoli abilitanti e di specializzazione in altri paesi dell’Unione Europea, proprio a causa del blocco pluriennale dei corsi specializzanti e abilitanti in Italia, oltre che al numero di gran lunga inferiore al fabbisogno territoriale dei posti attivati nei corsi di TFA Sostegno presso le nostre università”.