Un concorso ammazzaprecari

Un concorso ammazzaprecari

25 Marzo 2023 1 Di Massimo Arcangeli

Il 16 marzo scorso ho consegnato all’ufficio di Paola Frassinetti, sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione e del Merito, la chiavetta USB col dossier sul concorso scolastico ordinario. Consegnerò a breve lo stesso dossier anche alla senatrice Carmela Bucalo. Ciò che ha prodotto il dossier, fra scelte (legislative) a monte e qualità dei quesiti, è il peggior concorso pubblico dell’Italia repubblicana (bandito col Decreto Dipartimentale 499/2020, è stato poi modificato dal Decreto Dipartimentale 23/2021) in fatto di reclutamento scolastico. Intanto, lo dico con chiarezza, chiunque abbia anche solo una minima esperienza d’insegnamento sa benissimo che l’accertamento dei requisiti per dimostrare di saper insegnare non può passare per le modalità di una prova a crocette che offende l’intelligenza, ottunde il senso critico e in casi specifici, ampliando a dismisura il campo del testabile fino agli estremi confini dello scibile (umanistico o scientifico), finisce per mortificare le stesse competenze che pretende di valutare e per assestare il colpo di grazia al valore di un sapere che può essere il frutto di un percorso di armonizzazione di forme e sostanze, il risultato di una costruzione di pensiero coerente e organica, lo sbocco di una strada innovativa o originale, ma non può (non deve) essere asservito al nozionismo di una concorsologia della mortificazione delle menti e alla mnemotecnica quizzaiola dell’indifferenza dei contenuti. Ma vengo al dunque.

Nel marzo del 2022, col concorso (ordinario, per la scuola secondaria di primo e secondo grado, sui posti comuni e di sostegno) in pieno svolgimento, mi vengono segnalati alcuni quesiti che hanno dell’incredibile. C’è di tutto, dall’errore materiale a quello sostanziale, dall’ambiguità manifesta (che è tutt’altra cosa da un semplice distrattore) allo strafalcione grammaticale, dalla formulazione assurda alla domanda mal posta (o non pertinente). Mai visto nulla del genere, in tanti anni di esperienza – anche da presidente e commissario in selezioni nazionali importanti – in materia di selezioni pubbliche; qualche errore può ovviamente starci, ma qui stiamo parlando di ben altro: i test a risposta multipla cui sono stati sottoposti i candidati al concorso di cui parliamo sono stati un’offesa all’intelligenza, alla dignità, alla professionalità di decine di migliaia di docenti alle prese con un concorso farsa. La giurisprudenza italiana è peraltro chiarissima in materia di inattendibilità (o dubbia attendibilità) scientifica di un quesito a risposta multipla, si tratti di una prova di concorso o di un test selettivo per l’accesso agli studi universitari. Per una selezione degna di questo nome, che ottemperi ai criteri – a tutela del buon andamento della Pubblica Amministrazione, secondo quanto contemplato dall’art. 97 della nostra Costituzione – della proporzionalità, della ragionevolezza e dell’adeguatezza (Legge n. 241/90), sono richieste domande che non prestino il fianco ad ambiguità o contraddittorietà; queste, qualora investano più di un caso, possono peraltro riflettersi negativamente sull’intera prova da sostenere da parte del candidato, disorientandolo, deconcentrandolo e facendogli sprecare il tempo che avrebbe potuto dedicare alla soluzione degli altri quesiti da svolgere.

Nell’aprile del 2022, con la moltiplicazione dei quiz errati, ambigui, mal formulati, fuori programma, ecc., vengo sollecitato da molti, compresi alcuni colleghi universitari, per un’azione incisiva contro un concorso scolastico tanto perfido, mortificante, sperequativo e perfino offensivo. Chiedo a gran voce, in tutte le sedi possibili, che vengano resi pubblici i nomi dei responsabili di una selezione truffa senza precedenti, invocando contestualmente la necessità di provvedimenti necessari per rimediare a uno scempio senza precedenti e le dimissioni del Ministro dell’Istruzione. Dalla vicenda scaturisce anche un primo atto parlamentare (fig. 1); ce ne sarà poi un secondo.

Fig. 1

Nel maggio del 2022 continuano ad arrivarmi quesiti assurdi, mal scritti o mal posti, quando non scopiazzati da svariate fonti improbabili (incredibili anche alcune tracce proposte alla prova orale), e intanto diversi avvocati (fra i quali Vincenzina Salvatore, che ha condiviso la mia battaglia fin dal primo momento, e Alessandro Ciancamerla) si mettono a disposizione di decine e decine di ricorrenti per offrire loro un supporto legale a titolo gratuito. Faccio lo stesso anch’io, stendendo gratuitamente moltissimi pareri pro veritate a difesa della giustezza di tante risposte ai quiz date dai candidati, giudicate erronee dai selezionatori ministeriali e invece giuste (o altrettanto valide, se non più valide, di quelle ritenute corrette dal Ministero). Il 6 maggio, in coincidenza con una giornata di sciopero organizzata in varie città da alcune forze sindacali, faccio intervistare dalle telecamere di “Striscia la Notizia” in viale Trastevere, davanti alla sede del Ministero della Pubblica Istruzione, alcuni candidati al concorso (il servizio sarebbe poi andato in onda il 9 maggio).

Nel giugno del 2022 insisto nel pretendere che vengano resi pubblici i nomi dei componenti del Comitato tecnico-scientifico responsabile della procedura concorsuale, e secretato dal Ministero dell’Istruzione (non c’è traccia, in rete, del relativo decreto di nomina), insieme ai nomi dei commissari delle diverse aree disciplinari incaricati di redigere i test, ma la mia richiesta non viene soddisfatta. Nello stesso mese – sono stati intanto riconosciuti erronei dal Ministero alcuni quesiti, una goccia nell’oceano, e ricalcolati conseguentemente i punteggi –, su sollecitazione di due amici e colleghi universitari (Michele Cortelazzo e Federico Sanguineti), lancio un appello in difesa della scuola sottoscritto da oltre 500 persone, fra cui alcuni dei più avvertiti intellettuali del nostro paese.

Il 22 giugno 2022, dopo tre mesi di mie quotidiane segnalazioni, fra articoli di giornale, interviste radio e tv e l’appello di cui sopra, il Ministero dell’Istruzione si degna finalmente di rispondere con una nota che sta provvedendo per il ricalcolo del punteggio degli interessati. Il contenuto della nota è chiarissimo: se le domande fossero state riconosciute erronee sarebbero state annullate, e i punteggi sarebbero stati rivisti. Una menzogna, perché, ancora nella seconda metà di luglio, non sarebbe stata annullata la maggior parte dei quesiti errati. La revisione del punteggio, nei casi in cui c’è stata, ha perfino aggiunto danno a danno. Per effetto dell’accoglimento dell’istanza dei candidati cui è stato aumentato il punteggio, per via di uno o più quesiti riconosciuti come erronei, ad altri candidati il punteggio è stato invece abbassato: a molti che avevano superato la prova scritta con 70/100 (o anche più), e magari sostenuto con esito positivo anche quella orale, è stato così comunicato il mancato superamento della prima. Sempre nel mese di luglio lancio una petizione per le dimissioni immediate del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi; quasi 500 i primi firmatari.

Nell’agosto del 2022 il Ministero dell’’Istruzione non è ancora intervenuto per porre riparo agli errori commessi dalla Commissione Nazionale nella redazione dei quesiti, e ritenendo remote le possibilità di ottenere giustizia con un ricorso al Presidente della Repubblica abbiamo deciso (io e l’avvocata Salvatore) di inoltrare al Ministero una diffida ultimativa intesa a richiedere l’annullamento in autotutela di quanto già denunciato più volte e l’attribuzione dei punti illegittimamente sottratti ai candidati. Nello stesso mese Vincenzina Salvatore invia al Ministero dell’Istruzione le prime istanze di accesso agli atti perché vengano resi pubblici i nomi dei componenti della Commissione nazionale responsabile delle selezione delle tracce concorsuali, e nella prima metà del mese di settembre predisponiamo e inviamo la diffida, firmata dai referenti di molte classi di concorso e dai membri dei tanti gruppi che si sono nel frattempo formati. Tutto questo al fine di richiedere un incontro urgente in Viale Trastevere col Ministro Bianchi per sottoporgli le questioni ancora irrisolte.

Il 21 settembre 2022 Vincenzina Salvatore viene finalmente contattata, in nome del Ministro dell’Istruzione, dall’Ufficio III della Direzione Generale per il Personale Scolastico, che chiede di poterci incontrare al fine di discutere della diffida e del dossier che abbiamo inviato al Ministero per conto di quasi 1.500 docenti defraudati della possibilità di superare le prove selettive previste dal concorso. Il 29 settembre io e Vincenzina siamo a Roma per un incontro col dirigente incaricato, cui consegniamo il materiale fino a quel momento raccolto sui quesiti errati, ambigui o mal formulati di ben trentacinque classi di concorso. Il 4 ottobre rendo pubblica la nota (fig. 2) con cui il dott. Stefano Versari (alla guida del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di informazione, Ufficio II) ci risponde come segue, forte di un cavillo (art. 15 del DECRETO LEGISLATIVO 14 marzo 2013, n. 33).

Fig. 2

Il 24 ottobre 2022 posso dichiarare la sconfitta sulla trasparenza il Ministero dell’Istruzione, sconfessato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri: la Commissione preposta accoglie il ricorso presentato per conto di una partecipante alla selezione concorsuale (classe A057) perché siano resi pubblici i nomi di presidenti e commissari (figg. 3-4), e il primo dicembre ricevo da Vincenzina un documento, firmato dallo stesso Versari, contenente i nomi dei membri della Commissione nazionale e delle Sottocommissioni concorsuali. Rilevo con dispiacere la presenza, fra i Commissari ministeriali, di persone che conosco benissimo. Sarebbero dovute uscire allo scoperto e non l’hanno fatto. Sarebbero ancora in tempo per rimediare, provvedendo a riconoscere come tali i quesiti errati, mal formulati o altro che non sono stati ancora corretti, ma non lo fanno.

Il 18 gennaio 2023, con Vincenzina e Diego Palma, direttore della testata specializzata “La Voce della Scuola”, incontro Paola Frassinetti, sottosegretaria alla Pubblica Istruzione, e Carmela Bucalo, esponente della VII Commissione permanente del Senato (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport), perché s’intervenga politicamente per risolvere tutte le questioni in sospeso. Il 20 gennaio saluto con estrema soddisfazione l’allontanamento dal Ministero dell’Istruzione del dott. Versari, che torna a fare il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale (in Emilia-Romagna); ne avevo chiesto pubblicamente la rimozione dopo la sua incredibile risposta di diniego del 4 ottobre 2022 alla pubblicazione dei nomi dei membri della Commissione nazionale e delle Sottocommissioni concorsuali interessate dalla vicenda (quegli stessi nomi che Versari è stato poi stato praticamente costretto, dalla Presidenza del Consiglio, a consegnarci). Il 9 febbraio do conto del fatto che una ricorrente, grazie a Vincenzina Salvatore, abbia ottenuto giustizia presso il Consiglio di Stato, che ha accolto il suo appello contro il rigetto del Tar del Lazio su uno strampalato quesito riguardante la definizione di paesaggio su cui avevo steso io stesso un parere (la docente ricorrente è stata ammessa con riserva alla fase successiva del concorso).

Fig. 3

Fig. 4

Qualche numero: il margine di errore (comprendente tutto: errori materiali e sostanziali, cattive formulazioni, ambiguità, quesiti fuori programma, ecc.) si attesta mediamente su una percentuale del 10 per cento. Un concorso “ammazzaprecari”. I test a risposta multipla del concorso scolastico per l’accesso al ruolo docente nella scuola secondaria (50 domande per ciascun partecipante, due punti per ogni risposta giusta) sono stati scientemente pensati per eliminare il maggior numero possibile di candidati, secondo le logiche di una guerra dichiarata soprattutto alle decine di migliaia di docenti precari che da anni reggono sulle loro spalle, contro tutto e contro tutti, una scuola italiana che il concorso ha offeso nella valorizzazione del merito e falcidiato nella sua struttura portante.

Si deve trovare una soluzione politica (una via facilmente percorribile, se c’è volontà di prenderla) che risolva le disparità di trattamento fra i candidati (per alcune classi di concorso si è intervenuti a correggere, sia pure parzialmente, altre sono state invece completamente ignorate). Anche le decisioni dei vari tribunali amministrativi, in molti casi contrastanti fra di loro, nonché alcune sentenze del Consiglio di Stato favorevoli ai ricorrenti, suggeriscono che l’unica strada possibile è quella di risolvere, quesiti alla mano, caso per caso. Per alcuni quiz, come quello sulla sirma petrarchesca, sono state prodotte perizie su perizie da docenti universitari di fama, o di riconosciuto valore scientifico, che non hanno sortito, ciò malgrado, alcun effetto. Inaccettabile, come tutto il resto.