Navigazione sicura nel Web. Necessaria per arginare la superficialità dei nativi digitali che disseminano il percorso virtuale di tante “briciole di pane”(dati personali) che possono interessare.
L’illusione genitoriale di avere dei geni informativi
Spesso si incontrano genitori che si sorprendono delle capacità digitali dei propri figli. L’illusione si basa sulle limitate procedure per navigare nei social o nelle applicazioni di messaggistica istantanea. Da qui nasce la favola metropolitana di trovarsi di fronte a geni dell’informatica. Sensazione favorita anche dalla constatazione che essi sono nati con un dispositivo accanto alla culla (Nativi digitali).
La personale esperienza di Referente anti-cyberbullismo (Legge 71/17) mi restituisce un altro profilo. I nostri ragazzi (Generazione Alpha) esprimono superficialità, ingenuità e sprovvedutezza nell’uso del loro smartphone. L’essere considerati nativi digitali non significa anche padronanza e capacità critica nella navigazione nel Web. D’altro canto i genitori, che il diritto di famiglia li profila con l’espressione “responsabilità genitoriale”, spesso non li accompagnano nell’uso dello smartphone, fidandosi molte volte della loro presunta maturità digitale. Così facendo li espongono anche al furto di dati importanti, alla perforazione di profili e al prelievo silenzioso di foto, video che li riprendono con amici.
Di seguito presento alcuni suggerimenti per blindare con una certa sicurezza i dati. Li propongo sempre nei miei incontri con i ragazzi delle scuole primarie (quinte) e secondarie di primo grado.
Questi non sono pochi. Pertanto saranno necessari più interventi. In questo modo si eviterà la lungaggine di un solo contributo.
Antivirus totale
Non è raro incontrare ragazzi che usano uno smartphone senza una protezione antivirus. La maggior parte si accontenta di un software free. Pochissimi hanno in dotazione un antivirus a pagamento. Sicuramente la prima soluzione è sconsigliabile. E’ come avere un appartamento privo di porta. Tutti possono accedere. Nella vita concreta chi adotterebbe questa soluzione?
Considerando che i nostri ragazzi navigano per scaricare musica, applicazioni, giochi piratati, vedere in streaming film in piattaforme di dubbia origine…, consiglio senza se e senza ma un antivirus a pagamento che protegge il loro dispositivo da virus, spyware, adware, cavalli di troia, ransomware…. Il suggerimento è indirettamente rivolto ai genitori!
Password complesse
Oggi le password di accesso al dispositivo sono maggiormente articolate, rispetto ai caratteri alfanumerici. Sicuramente più efficaci di quest’ultimi. Mi riferisco al riconoscimento facciale, vocale e all’impronta del dito
Quando richieste (profili social…) sicuramente suggerisco password complesse che ricordano la modalità delle carte mischiati (dati anagrafici inseriti tra “distrattori”). Concretamente: almeno otto caratteri alfanumerici con qualche carattere speciale). Ad esempio partendo da un ragazzo che si chiama Pippo e nato nel 2010: P@I10%P20PP$0. Questa però necessità di essere cambiata ogni tre-sei mesi. Sconsigliabile un’unica password per tutti i profili.
L’obiettivo è complicare la vita ai predatori di password.

Gianfranco Scialpi, dal 1983 docente di scuola primaria. Dal 1994 svolge attività di formazione su tematiche prevalentemente didattiche. Recentemente ha tenuto corsi di corsi sull’uso delle Tic nella didattica (mappe concettuali) e sulla navigazione sicura nel Web rivolti soprattutto agli studenti. E’ stato preparatore agli esami Ecdl presso il proprio istituto. Ha un blog personale. Qui ha pubblicato in questi ultimi anni 1.700 articoli. E’ articolista presso diverse testate online (OrizzonteScuola, ScuolaInforma e Informazionescuola…). E’ coautore di testi di didattica (Istituto Didattico Teramo). Nel proprio Istituto scolastico ricopre le funzioni di F.S. alle Tic, referente al contrasto al Cyberbullismo e responsabile di plesso. Con il supporto del Municipio 3° e 5° (Roma) ha costituito un gruppo di referenti al Cyberbullismo (2018), che poi ha realizzato un comune regolamento come previsto dalla legge 71/17.