
Scuola, concorso ordinario per i docenti: “L’ennesima vittoria in nome della verità, della giustizia e della trasparenza”
Sto terminando di analizzare tutta la documentazione concorsuale che presenteremo a Paola Frassinetti e a Carmela Bucalo. Intanto, sul quesito riguardante Howard Gardner, di fronte alle farneticanti motivazioni presentate a sua difesa dal Ministero dell’Istruzione (in ritardo) presso il Tribunale Amministrativo del Lazio, un insulto all’intelligenza frutto di un maldestro taglia e incolla, il Tar ha chiesto il parere della Sapienza Università di Roma. La notizia di oggi è però un’altra.
Grazie allo straordinario lavoro di Vincenzina Salvatore una ricorrente ha ottenuto giustizia presso il Consiglio di Stato, che ha accolto in toto il suo appello contro il rigetto dello stesso Tar del Lazio sullo strampalato quesito riguardante la definizione di paesaggio. Ora la docente ricorrente è stata ammessa con riserva alla fase successiva del concorso, e io mi godo con lei e con Vincenzina l’ennesima vittoria in nome della verità, della giustizia e della trasparenza. Poiché sul quesito avevo steso a suo tempo una perizia, inattaccabile sotto ogni punto di visto (lo dico da esperto ultraventennale in materia), la posto qui insieme al medesimo.
Ad maiora.
Il concetto di paesaggio denota:
a) uno spazio naturale caratterizzato da conformazioni morfologiche, orografiche, climatiche, costitutive di forme riconoscibili e specifiche delle varie regioni geografiche del pianeta;
b) una porzione di superficie terrestre modellata e abitata da un gruppo umano secondo una dinamica co-evolutiva con l’ambiente, frutto di processi storici di territorializzazione di medio e/o lungo periodo, che trovano una loro manifestazione, ad esempio, tanto in aspetti materiali come i modelli insediativi, quanto in elementi immateriali come l’evoluzione dei regimi di proprietà;
c) un’area geografica delimitata dalla condivisione di almeno una forma spaziale, di tipo fisico o antropico, che ne consenta l’individuazione e la delimitazione;
d) uno spazio antropizzato contraddistinto da un genere di vita che genera specifici usi delle risorse ambientali, modellando gli elementi naturali secondo fini particolari.
La risposta a) è parziale, perché non tiene conto della seconda componente fondamentale per una corretta definizione del concetto di paesaggio nella declinazione geografica richiesta dal quesito ministeriale: quella di uno spazio che, in aggiunta – o in alternativa – ai mari, ai fiumi, ai laghi, ai monti, ai ghiacciai, alle pianure, alle foreste, ecc. (paesaggio naturale, o fisico: marino, fluviale, lacustre, montano, ecc.), preveda la presenza di elementi prodotti dall’attività umana come case, strade, ponti, porti, fortificazioni, ferrovie, campi coltivati, ecc. (paesaggio artificiale, o antropico, o culturale). Anche la risposta d) è parziale, ma per il motivo opposto al precedente: la riduzione del paesaggio a uno “spazio antropizzato” (urbano, borghigiano, agricolo, pastorizio, ecc.) esclude i tratti naturali (geologici, geomorfologici, climatici, ecc.) costitutivi di un paesaggio naturale. Le definizioni dizionaristiche di paesaggio nella sua accezione geografica, a meno che non manchino di specificare (“Complesso di elementi caratteristici di una zona determinata”, Giacomo Devoto, Gian Carlo Oli, Luca Serianni, Maurizio Trifone, Nuovo Devoto-Oli. Il vocabolario dell’italiano contemporaneo, Firenze, Le Monnier, 2021, s. v.), recuperano entrambe le componenti anzidette (“Area territoriale caratterizzata da un determinato complesso di elementi fisici, biologici e antropici”, Mario Cannella, Beata Lazzarini, Andrea Zaninello, a cura di, loZingarelli 2022. Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli, Bologna, Zanichelli, 2021, s. v.).
La risposta b), per quanto fin qui esposto, è a sua volta parziale, poiché la specificazione di partenza (“porzione di superficie terrestre modellata e abitata da un gruppo umano”) riferisce solamente di un paesaggio artificiale, escludendo il paesaggio naturale. L’unica opzione ammissibile delle quattro proposte è dunque quella contrassegnata dalla lettera c) – “area geografica delimitata dalla condivisione di almeno una forma spaziale, di tipo fisico o antropico, che ne consenta l’individuazione e la delimitazione” –, la sola a recuperare la doppia dimensione concettuale (fisica e antropica) di una completa definizione geografica del termine paesaggio.

Massimo Arcangeli è professore ordinario di Linguistica italiana presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Cagliari. Dal 2008 al 2010 ha ricoperto l’incarico di Preside della Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’ateneo cagliaritano. Linguista insigne, scrittore affermato, critico letterario e profondo conoscitore del tessuto sociale, della scuola ed università nel suo complesso, nominato Socio Onorario dell’Associazione La Voce della Scuola