di Andrea Vitello
Giovedì 26 gennaio, alcune classi dell’istituto Curie-Sraffa di Milano si sono recate allo Spazio Teatro 89 per assistere allo spettacolo «Herr Doktor» incentrato sulla figura di Goebbels (ministro della Propaganda del Terzo Reich), quando a un certo punto Pietro Marinelli, insegnante di diretto, ha interrotto lo spettacolo urlando: «questa è la vostra verità, voi non dite la verità, dite solo quello che vi fa comodo, voi state gonfiando completamente i numeri». Aggiungendo subito dopo: «Questa non è storia, questa è ideologia» . L’attrice, Beatrice Marzorati, ha subito replicato: «questa è storia» . Un gruppo di colleghi d’istituto, al fine di denunciare l’accaduto e dissociarsi dal prof negazionista, ha scritto una lettera alla dirigente scolastica, Raffaella d’Amore, allo staff, al Consiglio d’istituto e al teatro, in cui si sono dissociati «pubblicamente dalle esternazioni del docente presente allo spettacolo in veste di accompagnatore di una classe, sia come cittadini sia nel loro ruolo di formatori di adolescenti» . Raffaella d’Amore, preside dell’istituto, si è scusata col teatro e nella lettera ha specificato: «Sarà mia cura assumere ogni necessario provvedimento una volta fatti i dovuti approfondimenti sulla dinamica dei fatti» . Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, in merito al caso ha dichiarato: “Sulla vicenda del professore di un Itis milanese che ha interrotto una rappresentazione teatrale sulla Shoah, il Ministero, attraverso l’ufficio scolastico territoriale, si è subito attivato chiedendo una relazione sull’accaduto e sull’operato del docente. Il negazionismo dell’Olocausto è assolutamente incompatibile con qualsiasi ruolo pubblico, ancor peggio nei luoghi deputati all’educazione dei giovani” .
Personalmente ritengo sia da cittadino che da storico, che questo professore andrebbe licenziato seduta stante visto il suo comportamento riprovevole, inoltre penso che andrebbe istituzionalizzato l’insegnamento della Shoah e degli altri genocidi come una materia a se stante da insegnare in tutti gli istituti.
Purtroppo, senza dilungarmi sul fatto che l’Italia non ha fatto i conti con la storia visto che è una cosa che sappiamo e speriamo cambi, ritengo che in questo specifico caso vada potenziata la legge che punisce il negazionismo, perché la legge italiana prevede che tali affermazioni negazioniste possano integrare «non un autonomo fatto di reato, bensì una circostanza aggravante dei delitti di propaganda razzista, di istigazione e di incitamento di atti di discriminazione commessi per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, puniti dall’art. 3, l. 13 ottobre 1975, n. 654, come modificato dapprima dal d.l. 26 aprile 1993, n. 122, conv. con modif. dalla l. 25 giugno 1993, n. 205 (“decreto Mancino”) e, più di recente, dalla l. 24 febbraio 2006, n. 85 (legge sui reati di opinione)» .
«Moltissimi sono gli stati dell’unione che puniscono penalmente il negazionismo tra cui possiamo menzionare la Francia, il Belgio, la Spagna, il Portogallo e persino la Germania che grazie all’introduzione di tale legge dal 1985, nel 1992 condannò l’ex ufficiale nazista Otto Ernst Remer.
In Italia il negazionismo ha trovato finalmente riconoscimento il 28 giugno 2016, con la legge 16 giugno 2016, n. 115.
Il negazionismo è divenuto penalmente rilevante in virtù della modifica dell’art. 3, legge n. 654/1975, cui è apposto un comma 3-bis, che commina «la pena della reclusione da due a sei anni se la propaganda ovvero l’istigazione e l’incitamento, commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7, 8 dello statuto della Corte penale internazionale, ratificato ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232». Questo sarà quindi considerata circostanza aggravante dei delitti di propaganda razzista e di istigazione o incitamento alla commissione di atti razzisti, puniti dalla Legge Mancino del ’75» .
Pertanto ritengo che la legge vada cambiata in modo da poter punire ogni frase negazionista in quanto tale e non solo se questa è collegata ad una forma di istigazione o incitamento all’odio.

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la scuola ha il grande compito di educare per PREVENIRE il razzismo e ogni forma di discriminazione poi la Legge/i ha
il compito di BLOCCARE la trasmissione del Negazionismo con i media. Il professore di Milano dovrebbe seguire dei corsi
sulla shoah visitare i campi di sterminio in partcilorare BELZEC,TRBLINKA,SOBIBOR,BIRKENAU come “contrappasso dantesco” credo che dopo 80 anni può accadere. I migliori complimenti al Dr.Andrea Vitello.Riccardo Orefice