Il tema dell’Indoor Air Quality, molto dibattuto prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, tanto da portare all’approvazione del DPCM 26/07/22 pubblicato in GU il 03/08, sembra essere caduto nuovamente nell’oblio. E questo nonostante le sempre presenti lamentele per le aule fredde ed i tanti giorni di lezioni saltate per concomitanza di Covid-Influenza ed altri virus parainfluenzali. Mentre gli altri Paesi Europei si muovono in tale direzione – da gennaio anche in Francia è obbligatoria la rilevazione della qualità dell’aria nelle aule scolastiche così come in altri luoghi aperti al pubblico – in Italia resta tutto fermo. Ne parliamo oggi con il Prof. Alessandro Miani, Presidente SIMA (Società Italiana Medicina Ambientale).
Professore, in queste ultime settimane si è acceso un ampio dibattito sull’indicazione dei rischi derivanti dal consumo di alcool. Eppure se da un lato possiamo scegliere se e quanto bere, dall’altro non possiamo decidere l’aria che respiriamo. Ricordiamo che l’Italia è maglia nera in Europa per quanto rigarda il numero di decessi prematutri dovuti proprio all’inquinamento atmosferico con 80.000 decessi/anno verso i 17.000 decessi per patologie alcool-correlate.
Come mai secondo lei non c’è una presa di coscienza di questo problema tra la popolazione italiana, tra i genitori e gli insegnanti?
“Come Società Scientifica, noi di SIMA siamo da sempre impegnati ad informare sia la popolazione che il decisore politico su questo importante tema. Non è però possibile nè pensabile che le campagne di sensibilizzazione siano portate avanti solamente da enti no profit: servono investimenti da parte delle Istituzioni in campagne di comunicazione sociale con consigli e linee guida per mitigare i rischi derivanti dall’inquinamento; con riferimento soprattutto agli ambienti confinati (spazi di vita e di lavoro) dove possiamo agire dotandoci di buone pratiche evidence-based per ridurre la nostra esposizione all’inquinamento. Ricordiamo che l’inquinamento indoor è in media 5 voltre superiore che all’esterno.
Sul nostro sito web http://www.prevenzione.life/indoor-air/ si possono trovare 10 consigli pratici per ridurre l’esposizione all’inquinamento indoor”.
Non solo è stato disatteso quanto approvato nel decreto 26/07/22 per mancanza di fondi e strumenti, ma è rimasto nel cassetto anche un importante documento dell’ISS di luglio 2022 che spiega l’importanza della rilevazione della CO2 in tutti i luoghi di lavoro incluse le scuole, che – se recepito – avrebbe permesso una migliore gestione anche del semplice protocollo “finestre aperte”. Ma quali sono i benefici della rilevazione di CO2?
“Quando noi espiriamo liberiamo sostanze biologiche sotto forma di aerosol e CO2. A determinati livelli di CO2 in un ambiente confinato c’è un corrispondente rischio di inspirare aerosol emesso dalla respirazione altrui. Se all’interno di queste particelle biologiche sono presenti patogeni airborne, a seconda del livello di concentrazione di CO2 si ha un rischio più o meno elevato di inspirarle e dunque di essere esposti al contagio. Su basi scientifiche sappiamo bene oggi le modalità con cui arieggiare gli ambienti: in relazione al livello di CO2 rilevata, può essere sufficiente aprire porta e/o finestre oppure si deve interventire dotando l’ambiente di altri sistemi.
La rilevazione di CO2 indoor diventa quantomai importante anche in relazione alla crisi energetica che stiamo affrontando: la semplice apertura delle finestre potrebbe non essere sufficiente o risultare eccessiva”.
Abbiamo letto in questi giorni di alunni ricoverati in ipotermia per mancanza di riscaldamento in aula e tante sono le segnalazioni di aule gelate non solo per la mancanza di riscaldamento ma anche per le finestre tenute aperte come da indicazioni vigenti. Di fatto la normativa sia sulla qualità dell’aria che sulle temperature e umidità minime e massime da avere nelle aule scolastiche è disattesa da anni. Il PNRR sarebbe stata un’ottima occasione per interventi in Ventilazione Meccanica Controllata, che non solo avrebbe potuto garantire la salubrità dell’aria ma avrebbe portato ad una riduzione dei consumi energetici. Se ne parla solamente nell’ultimo aggiornamento CAM solo per nuove costruzioni o per interventi di ristrutturazione pesante.
Possiamo parlare dell’ennesima occasione persa?
“Non aver scelto di investire in sistemi per garantire una migliore qualità dell’aria indoor in edifici apertti al pubblico è sicuramente un’occasione mancata. Diverse sono le tecnologie a disposizione. Negli Stati Uniti si sta puntanto ad esempio su dispositivi di purificazione nanometrica e sanificazione passiva dell’aria e delle superfici, in Europa sulla VMC. Siamo di fronte a due fenomeni che devono convivere: da un lato la richiesta di risparmio energetico degli edifici per evitare dispersione termica e quindi inquinare meno; dall’altro la necessità di non commettere l’errore di sigillare gli immobili creando il problema della scarsa qualità dell’aria indoor. La soluzione ideale non può dunque che basarsi sull’utilizzo di un mix di tecnologie e buone pratiche: VMC e purificazione dell’aria, sensoristica avanzata smart scientificamente validata, ma anche nanotecnologie fotocatalitiche al biossido di titanio a base di etanolo. Queste ultime consentono per contatto con l’aria, in presenza di luce naturale di eliminare le sostanze tossico-nocive presenti in atmosfera indoor e le componenti biologiche sanificando le superfici, ad un costo limitato. I fondi del PNRR dovrebbe essere destinati anche a mettere in sicurezza l’aria gli ambienti confinati aperti aperti al pubblico, partendo dell’universo scuola”.
SIMA ha portato avanti l’eccellente iniziativa “Adotta una Scuola”, con cui le scuole facenti richiesta hanno potuto ricevere gratutitamente sistemi di rilevazione di CO2 o Sanificatori d’aria.
Quante scuole hanno aderito e quali sono stati i risultati ottenuti?
“All’iniziativa ha aderito qualche decina di scuole, a cui le Aziende partner del progetto hanno messo a disposizione le migliori tecnologie disponibili sul mercato per la mitigazione del rischio. Due scuole di Napoli, “adottate” da tutte le Aziende coinvolte, sono state dotate ad esempio di nanotecnologia fotocatalica, VMC, purificazione d’aria nanometrici e rilevatori di CO2″.
Cosa possiamo fare come associazioni di genitori ed insegnanti impegnati su questo fronte insieme a voi esperti del settore per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo importante tema?
“Sensibilizzare l’opinione pubblica, è necessario e auspicabile ma anche su questi temi la scuola deve essere il “laboratorio” del confronto tra genitori, docenti, alunni ed esperti. SIMA mette a disposizione dei Dirigenti Scolastici i propri programmi creati appositamente per le scuole ed i propri esperti per poter organizzare degli incontri sul tema”.
Ringraziando il Prof. Miani per la disponibilità ed il suo impegno per le nostre scuole, auspichiamo che il tema dell’Indoor Air Quality sia affrontato quanto prima dalle Istituzioni a livello Nazionale con apposite campagne di informazione e sensibilizzazione, che le Scuole si rivolgano al mondo scientifico per generare un sano dibattito con docenti ed alunni, ed infine anche per evitare che le pregevoli iniziative locali creino l’atavico divario tra scuole di serie A e di serie B sulla tutela della salute.

Dott.ssa Stefania Sambataro
Manager, post graduate in Economia delle Istituzioni ed Economia Internazionale
Vicepresidente e co-fondatore Comitato Nazionale IdeaScuola
Esperta in IAQ (Indoor Air Quality) per le aule scolastiche