L’UDS: i dati sugli psicofarmaci non ci sorprendono, sono anni che denunciamo la situazione psicologica degli studenti, in particolare dopo la pandemia

L’UDS: i dati sugli psicofarmaci non ci sorprendono, sono anni che denunciamo la situazione psicologica degli studenti, in particolare dopo la pandemia

Gennaio 26, 2023 0 Di Unione degli Studenti

Benziodiazepine e fiori di Bach, ansie e disturbi mentali, questa la nuova quotidianità degli studenti che emerge dall’inchiesta pubblicata ieri dalla Repubblica. Strumenti per affrontare ansia e pressione psicologica derivanti dalle modalità di interrogazione e verifica delle scuole, i calmanti di vario tipo sono ormai normalizzati tra i banchi delle scuole del nostro paese, questo emerge dalle varie interviste fatte dal quotidiano. “Tali dati non ci sorprendono – esordisce Bianca Chiesa, coordinatrice dell’Unione Degli Studenti – da anni denunciamo la condizione psicologica degli studenti, tanto delle scuole che delle Università. Moltissimi studi stanno rilevando il peggioramento dell’indice di salute mentale tra i giovani negli ultimi anni. Con la pandemia, l’isolamento sociale, le crisi continue, questo trend non stupisce. Calate in un sistema formativo già di per sé estremamente svilente, poco stimolante, in cui non si valorizza l’individuo e i suoi bisogni, queste crisi hanno come conseguenza l’impossibilità per noi giovani di poter vivere serenamente e immaginarsi un futuro dignitoso.I farmaci psichiatrici sono strumenti essenziali nella lotta ai disturbi mentali, ma è necessario prendere in considerazione le origini sociali del malessere giovanile e studentesco, per mettere in discussione i fattori strutturali che generano disagio per riuscire a superarlo.”

“Il sistema formativo attuale è il modello INVALSI – continua Alice Beccari dell’esecutivo nazionale dell’UDS – ovvero una trasmissione di saperi estremamente nozionistica, formale e standardizzata. Le modalità di valutazione sono basate unicamente sulla capacità degli studenti di memorizzare informazioni e sviluppare conoscenze logiche e di calcolo. Non viene valorizzato l’individuo nella sua complessa, la dimensione emotiva e relazione lascia posto alla necessità di avere saperi sempre più tecnici e funzionali al mercato del lavoro.”

“Non basta agire sui sintomi – conclude Chiesa – è necessario ribaltare questo sistema, mettere la persona al centro del sistema formativo, usando la conoscenza per stimolare la crescita e il benessere personale. Allo stesso modo abbiamo bisogno di sportelli per il benessere psicologico gratuiti e accessibili in ogni scuola e in ogni università.
Stavamo male già prima della pandemia: adesso è il momento di rivendicare con forza il nostro diritto al benessere psicologico, di esigere risposte e tutele, di riprendere controllo sulle nostre vite. Adesso è il momento di cambiare tutto!