
La soglia di povertà per me è dietro l’angolo ogni mese
Gent.ma redazione, sono un collaboratore scolastico. Non è mia intenzione alimentare polemiche ma soltanto compulsare il focus sulla nostra questione stipendiale che, al netto di ciò che si può pensare, è drammatica.
I 1260€ (cifra di oggi grazie all’aumento ricevuto, qualche mese fa era ancora meno!) rappresentano uno stipendio misero per chi, come me, ha una famiglia con 3 figli, un mutuo trentennale, moglie disoccupata e vive in una metropoli come Napoli.
Il paragone voluto tra la mia situazione e quella di Giuseppina era proprio basato su questo ragionamento, lei (FORSE ) fa Napoli – Milano tutti i giorni in treno per sopravvivere, io stringo cinghia e limito gli sprechi per arrivare a fine mese. Le problematiche quindi sono sempre le più note in questo Paese: Sopravvivenza familiare dovuta a uno stipendio che in ordine di peso è inferiore al 25% in rispetto ad altre categorie di lavoratori statali, nessuno scatto stipendiale adeguato, nessun scatto professionale interno e questo ci conduce ad con crescita pari a zero ( un collaboratore nasce e muore tale, a differenza di altre categorie che riescono ad accrescere la propria figura lavorativa ed economica), politiche familiari inesistenti, il c.d. AUU ha penalizzato per esempio una famiglia come la mia con 3 figli, accorpando per intero ogni sorta di bonus o detrazione fiscale, soldi questi che, posso garantire, non bastano minimamene per crescere adeguatamente ragazzini tra i 3 e i 13 anni.
La soglia di povertà per me è dietro l’angolo ogni mese, ora più che mai con questa inflazione e questa crisi economica ed energetica capitata tra capo e collo.
L’augurio che mi faccio e che la nostra categoria sia rivitalizzata e rivalutata, sia vista come una categoria lavorativa di grande prestigio e professionalità, sia sopratutto ripagata del grande impegno e responsabilità che copre. Siamo il biglietto da visita delle scuole e le colonne su cui si regge la comunità scolastica, meritiamo rispetto partendo dalle diciture, basta chiamarci bidelli per esempio, inoltre, a voi che fate i comunicatori di professione, vi chiedo sopratutto uno sforzo per evidenziare la grande preparazione che ogni giorno ognuno di noi mette in campo con grande orgoglio.
Certo che queste mie poche righe serviranno a chi di dovere nel concepire il nostro malcontento e a veicolare proposte che da troppo tempo ci aspettiamo.
Cordialmente, Massimiliano Esposito

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