
Prof.ssa presa a pallini, le scuse senza la responsabilità non funzionano
Prof.ssa presa a pallini. Triste vicenda. Nessuna scusa prima dell’articolo de “Il Corriere della Sera”. Quelle tardive non funzionano, senza la responsabilità
Prof.ssa presa a pallini. La mancanza delle scuse
Prof.ssa presa a pallini. Fatto gravissimo. Colpita una persona. Nel tempo le ferite psicologiche si rimargineranno. Purtroppo rimarrà sempre una loro traccia. A fronte di questi danni, tutti i genitori sono rimasti indifferenti, tanto da indurre i propri “gioielli” a non chiedere scusa. Stiamo parlando di adulti con responsabilità genitoriale.
La prof.ssa infatti ha dichiarato: “la mancanza di scuse da parte di tutti gli altri protagonisti, più o meno responsabili, con una famiglia che ha ottenuto anche la momentanea “sospensione della sospensione” decisa nei confronti del figlio, impugnando il provvedimento della scuola, con il provvedimento che è partito lunedì nei confronti dei quattro protagonisti principali, è stata uno dei motivi che, ha spiegato la professoressa, l’ha spinta a presentare un esposto alla Procura del Tribunale per i minori di Venezia per le ipotesi di reato di lesioni personali, diffamazione per la diffusione del video sui social, oltraggio a pubblico ufficiale e stalking in concorso”.
Domenica 15 gennaio “Il Corriere della Sera”), ha dedicato un’intera pagina, proponendo un’ampia intervista alla docente.
La sicura esposizione esposizione mediatica ha prodotto diversi problemi ai genitori e ai ragazzi.
Le scuse a parole sono inutili
La prof.ssa ha dichiarato di essere disposta a ritirare la denuncia “qualora le scuse fossero sentite e il pentimento vero”. Le fa eco il suo avvocato: “la nostra iniziativa (la denuncia penale ndr) non è finalizzata a ottenere risarcimenti e ove ci fossero delle scuse sentite e sincere (e non dovute) ritireremmo la querela”
Ora ben venga il pentimento, ma questo deve essere accompagnato dalla componente che rimanda alla responsabilità. Sinteticamente il concetto rimanda all’idea che per ogni atto ci sono delle conseguenze commisurate al danno ( un pallino ha colpito una parte prossima l’occhio). Ne discende che il Cdi (l’unico organo preposto a provvedimenti severi) deve sanzionare (almeno quelli più coinvolti) con la bocciatura, ma con obbligo di frequenza. Questa parte dura deve essere addolcita da un progetto educativo dove i ragazzi per l’intero anno saranno impegnati in attività socialmente utili.
Diversamente cadiamo in un facile perdonismo basato su facili parole, ma che non prevede alcuna conseguenza. Troppo facile!

Gianfranco Scialpi, dal 1983 docente di scuola primaria. Dal 1994 svolge attività di formazione su tematiche prevalentemente didattiche. Recentemente ha tenuto corsi di corsi sull’uso delle Tic nella didattica (mappe concettuali) e sulla navigazione sicura nel Web rivolti soprattutto agli studenti. E’ stato preparatore agli esami Ecdl presso il proprio istituto. Ha un blog personale. Qui ha pubblicato in questi ultimi anni 1.700 articoli. E’ articolista presso diverse testate online (OrizzonteScuola, ScuolaInforma e Informazionescuola…). E’ coautore di testi di didattica (Istituto Didattico Teramo). Nel proprio Istituto scolastico ricopre le funzioni di F.S. alle Tic, referente al contrasto al Cyberbullismo e responsabile di plesso. Con il supporto del Municipio 3° e 5° (Roma) ha costituito un gruppo di referenti al Cyberbullismo (2018), che poi ha realizzato un comune regolamento come previsto dalla legge 71/17. Ma la sua attività principale resta quella svolta in aula. Attualmente con 24 fantastici bimbetti.