Prof.ssa presa a pallini, le scuse senza la responsabilità non funzionano

Prof.ssa presa a pallini, le scuse senza la responsabilità non funzionano

21 Gennaio 2023 0 Di Gianfranco Scialpi

Prof.ssa presa a pallini. Triste vicenda. Nessuna scusa prima dell’articolo de “Il Corriere della Sera”. Quelle tardive non funzionano, senza la responsabilità

Prof.ssa presa a pallini. La mancanza delle scuse

Prof.ssa presa a pallini. Fatto gravissimo. Colpita una persona. Nel tempo le ferite psicologiche si rimargineranno. Purtroppo rimarrà sempre una loro traccia.  A fronte di questi danni, tutti i genitori sono rimasti indifferenti, tanto da indurre i propri “gioielli” a non chiedere scusa. Stiamo parlando di adulti con responsabilità  genitoriale.
La prof.ssa infatti ha dichiarato:  “la mancanza di scuse da parte di tutti gli altri protagonisti, più o meno responsabili, con una famiglia che ha ottenuto anche la momentanea “sospensione della sospensione” decisa nei confronti del figlio, impugnando il provvedimento della scuola, con il provvedimento che è partito lunedì nei confronti dei quattro protagonisti principali, è stata uno dei motivi che, ha spiegato la professoressa, l’ha spinta a presentare un esposto alla Procura del Tribunale per i minori di Venezia per le ipotesi di reato di lesioni personali, diffamazione per la diffusione del video sui social, oltraggio a pubblico ufficiale e stalking in concorso”.
Domenica 15 gennaio  “Il Corriere della Sera”), ha dedicato un’intera pagina, proponendo un’ampia intervista alla docente.
La sicura esposizione esposizione mediatica ha prodotto diversi problemi ai genitori e ai ragazzi.

Le scuse a  parole sono inutili

La prof.ssa ha dichiarato di essere disposta a ritirare la denuncia “qualora le scuse fossero sentite e il pentimento vero”.  Le fa eco il suo avvocato: “la nostra iniziativa (la denuncia penale ndr) non è finalizzata a ottenere risarcimenti e ove ci fossero delle scuse sentite e sincere (e non dovute) ritireremmo la querela
Ora ben venga il pentimento, ma questo deve essere accompagnato dalla componente che rimanda alla responsabilità. Sinteticamente il concetto rimanda all’idea che per ogni atto ci sono delle conseguenze commisurate al danno ( un pallino ha colpito una parte prossima l’occhio). Ne discende che il Cdi (l’unico organo preposto a provvedimenti severi) deve sanzionare (almeno quelli più coinvolti) con la bocciatura, ma  con obbligo di frequenza. Questa parte dura deve essere addolcita da un progetto educativo dove i ragazzi per l’intero anno saranno impegnati in attività socialmente utili.
Diversamente cadiamo in un facile perdonismo basato su facili parole, ma che non prevede alcuna conseguenza.  Troppo facile!