SCUOLA – La commissione Cultura del Senato boccia il docente esperto, merito dell’Anief che è sceso in piazza mettendo tutti d’accordo

SCUOLA – La commissione Cultura del Senato boccia il docente esperto, merito dell’Anief che è sceso in piazza mettendo tutti d’accordo

Stanno producendo i primi frutti le azioni dell’Anief contro il docente esperto che premierebbe pochissimi insegnanti nel 2032: a seguito della manifestazione organizzata il 30 agosto a Roma dal sindacato in piazza Santi Apostoli a Roma e degli emendamenti Anief al decreto legge Aiuti Bis, la VII Commissione Istruzione del Senato ha infatti prodotto parere unanimemente negativo all’approvazione del provvedimento previsto nel DL 115. E anche gli altri sindacati hanno deciso di prendere posizione e fare quadrato contro il provvedimento inutile e discriminante.

“Ancora una volta la nostra organizzazione ha portato avanti una battaglia in difesa dei diritti dei precari – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – producendo un consenso generalizzato. Possiamo dire a testa alta che grazie alla mobilitazione promossa da Anief, la VII commissione di Palazzo Madama ha espresso parere negativo al docente esperto, bocciando il progetto approvato in modo unilaterale dal Consiglio dei ministri meno di un mese fa. Adesso, attendiamo un parere critico alla norma anche da parte dalle altre commissioni di competenza e soprattutto dall’Aula del Senato che dovrà esprimersi la prossima settimana”.

I presupposto perché ciò avvenga vi sono: alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno oggi annunciato che quella “del ‘Docente esperto’, bocciata da tutti, è una norma non idonea a valorizzare il merito e per tale motivo riteniamo assolutamente necessaria la sua eliminazione dal decreto. Quanto all’organico Covid, nato durante il Conte II per affrontare l’emergenza pandemica e favorire il rispetto delle misure anti-contagio, il Governo Draghi ha scelto di non rinnovarlo compiendo un grave errore”. Contro il docente esperto, da formare per nove anni e da pagare non prima del 2032, si sono anche posti il Pd e Fratelli d’Italia, oltre a Leu che ha promosso un emendamento per cancellarne l’introduzione in fase di conversione di legge.

Senato della Repubblica Italiana

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 2685

La Commissione, esaminato il disegno di legge in titolo,

premesso che l’articolo 38 introduce la qualifica di docente esperto, attribuendola ai docenti che superino tre percorsi di formazione in servizio consecutivi e ai quali viene riservato un assegno annuale ad personam di importo pari a 5.650 euro che si aggiunge al trattamento stipendiale in godimento;

considerato che tale articolo entra pesantemente nel merito della organizzazione dell’insegnamento in ogni ordine e grado con norme legislative adottate senza alcun confronto con le parti sociali e al di fuori dalla logica della contrattazione collettiva;

considerato altresì che se appare condivisibile l’obiettivo della richiamata disposizione di introdurre una forma di progressione di carriera legata alla formazione permanente in una categoria che ne è strutturalmente priva, non possono tuttavia essere trascurate alcune evidenti criticità che rischiano di inficiare l’obiettivo finendo per creare più confusione che chiarezza;

ritenuto, nello specifico, che:

– la denominazione della nuova qualifica, quella di “docente esperto”, appare del tutto incongrua, se non contraddittoria, con le premesse, visto tra l’altro che essa non comporta nuove o diverse funzioni oltre quelle dell’insegnamento,

– la scelta di limitare a un numero di docenti esiguo (pari a non più di 8.000 unità annue, fino ad un massimo di 32.000 a partire dal 2035/2036, corrispondenti a poco meno del 4 per cento della platea complessiva degli insegnanti, pari a 850.000) la possibilità di accedere alla menzionata qualifica, e ai relativi aumenti stipendiali, appare inadeguata rispetto all’obiettivo;

– la nuova qualifica di “docente esperto” prelude alla creazione di un sistema di presunta carriera che esclude il confronto con le parti sociali e si pone fuori dal contratto collettivo, quindi sganciata da orari di lavoro, opportunità di sviluppo professionale e funzioni strategiche della scuola dell’autonomia;

considerato che risulta prioritario procedere senza ulteriore indugio al rinnovo del contratto del personale della scuola anche al fine di riconoscere centralità all’istruzione pubblica, di innalzare le retribuzioni portandole ad un livello europeo con maggiori risorse destinate all’obiettivo, di impostare il rinnovamento professionale, di definire incarichi e progressioni di carriera;

tenuto altresì conto delle restanti disposizioni di interesse della Commissione, ed in particolare degli articoli 16, 22, 34 e 39,

esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo con la seguente condizione:

che le Commissioni riunite 5a e 6a, in sede di esame del provvedimento in titolo, si facciano carico di accogliere emendamenti che consentano di superare le criticità richiamate in premessa con riferimento all’attuale formulazione dell’articolo 38.