
SCUOLA – Elezioni politiche 2022, la campagna elettorale entra nel vivo: Anief raccoglie le proposte dei lavoratori per inviare ai partiti il “Manifesto dell’Istruzione” da cambiare. Tra i temi più sentiti precariato, organici, stipendi, pensioni, carriera, inclusione
Le elezioni politiche si avvicinano: da domani, 1° agosto, la campagna elettorale entra nel vivo. Con i temi Istruzione, Università e Ricerca che anche stavolta saranno tra i più gettonati. Il sindacato Anief vuole dare l’opportunità ai politici italiani di occuparsi dei temi veri e più importanti da affrontare: entro oggi sta definendo il “Manifesto Anief” che a seguire invierà ad ogni partito politico il programma elettorale delle prossime elezioni. “Vogliamo raccogliere le istanze, le richieste e le proposte di cambiamento di chi vive la Scuola, l’Università e la Ricerca ogni giorno – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ; ascoltare la ‘base’, per poi combattere per portare avanti le richieste più sentite e utili al bene del settore, è un compito fondamentale e che vogliamo portare avanti coinvolgendo chi si appresta a governare il Paese e a produrre le prossime leggi, che in un periodo storico-sociale così difficile come quello che stiamo vivendo non possiamo permetterci di sbagliare”.
Uno dei temi più toccati è quello della supplentite. “Tanti docenti e Ata – racconta Pacifico – ci chiedono come risolvere il problema del precariato nella scuola, che è anche uno dei cavalli di battaglia dell’Anief. Su questo abbiamo le idee più chiare: occorre trasformare l’organico di fatto in organico di diritto; prevedere le immissioni in ruolo anche da GPS, come già avviene per il sostegno, pure da seconda fascia con abilitazione da assegnare nell’anno di prova; legiferare per introdurre finalmente la parità di trattamento economico e giuridico nel contratto collettivo nazionale”.
Ma sono anche molti altri i temi sinora più segnalati al sindacato per costruire piattaforma in vista delle elezioni politiche: i lavoratori chiedono di mettere mano agli organici del personale, alle risorse per il comparto, alle indennità da assegnare al personale, ad iniziare da quella di rischio e di sede, alla mobilità dei lavoratori senza più vincoli, alle pensioni, con uscita anticipata e ‘no’ al ritorno alla Legge Fornero ‘pura’, alla riduzione degli alunni per classe approfittando della denatalità, alla valorizzazione di tutte le professionalità scolastiche con l’avvio di una vera carriera, alla formazione, che per legge deve essere sempre remunerata, alla realizzazione di luoghi di lavoro consoni con l’attività di aggiornamento, ad una contrattazione che dia ascolto pieno ai rappresentanti dei lavoratori, alla semplificazione delle attività professionali e ad una riduzione della burocrazia nella scuola.
Diversi docenti e Ata hanno chiesto anche di andare a cambiare la formazione degli organi collegiali, per renderli più democratici e rappresentativi, di aumentare il tempo scuola tornando ai numeri precedenti al dimensionamento Gelmini-Tremonti, di potenziare le forze e l’organizzazione sull’orientamento anche per ridurre la dispersione scolastica. Come pure si chiede di intervenire sull’inclusione, ad iniziare dalle norme che negano ore di sostegno ai disabili, di migliorare le condizioni che incidono su socialità e cultura nei luoghi formativi, di cambiare le regole sulla dirigenza scolastica e sull’Autonomia, a distanza di oltre 20 anni dalla sua prima approvazione.

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