
SBC: Gli insegnanti per il rinnovo del Contratto della Scuola non possono aspettare la legge di bilancio
A chiederlo è il gruppo SBC. La prospettiva di aspettare la legge di bilancio 2023 per il rinnovo del Contratto 19/21, tramontata la prospettiva di un rinnovo nei mesi estivi del Contratto scaduto da 41 mesi, non è più accettabile forse neppure praticabile.
Non è ipotizzabile pensare a un rinnovo contrattuale a gennaio/ febbraio dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2023.
Con un’inflazione all’8, 5% che in prospettiva in autunno arriverà al 10% si determina uno scenario del tutto nuovo, per il suo effetto devastante sul potere di acquisto delle retribuzioni, una situazione del tutto inedita e che in Italia non accadeva da anni ormai.
Del resto gli aumenti contrattuali ( 50/60 ero netti) previsti da ben tre Leggi di Bilancio e parametrati sull’inflazione programmata e non su quella reale , in questa particolare congiuntura economica, allorquano aumentano tutti i prezzi dalle bollette ai generi alimentari, si rivelano del tutto inadeguati.
Da qui la necessità di un rinnovo in tempi brevi del Contratto Nazionale di Lavoro 19/21 si rende necessario nell’immediato e in attesa di ulteriori risorse, come chiedono le OO.SS., bisogna che ci sia una risposta politica del Governo già nelle prossime settimane e non a ottobre quando si scrive la legge di bilancio, come richiesto da Landini ieri nell’incontro con Draghi a Palazzo Chigi.
La nostra proposta è quella di prevedere la chiusura del Contratto della Scuola scaduto da oltre tre anni a settembre non oltre il mese di ottobre con la defiscalizzazione dell’aumento contrattuale 19/21 e dei relativi arretrati dall’1.9.2019 e di una riduzione dell’ IRPEF.
Solo così le retribuzioni potranno sia pur parzialmente essere salvaguardate in uno scenario che si preannuncia drammatico e sostanzialmente inedito e imprevedibile.
Libero Tassella SBC

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