“Fondo Pensioni Espero? No, Grazie!

“Fondo Pensioni Espero? No, Grazie!

Giugno 18, 2022 0 Di Doriana D'Elia

“Fondo Pensioni Espero? No, Grazie!”, lo slogan della Federazione Nazionale CUB, Scuola Università e Ricerca, contro i rischi contributivi per i neoassunti dall’anno scolastico 2019/2020 per i quali l’adesione avverrebbe in maniera automatica con la sottoscrizione del contratto a tempo indeterminato.

Ma approfondiamo l’argomento per capire “cos’è e come aderire”?

Il Fondo Scuola Espero è il primo dei fondi di previdenza complementare costituiti per i lavoratori del pubblico impiego.

L’adesione è volontaria.
Espero è un Fondo Pensione a capitalizzazione individuale e contribuzione definita.

Ogni lavoratore che aderisce al fondo apre un proprio conto individuale dove confluiscono i contributi versati. Attraverso l’adesione al Fondo e il versamento della contribuzione minima stabilita dalle parti istitutive, si fruisce del contributo annuo dell’Amministrazione, versato direttamente nel conto del lavoratore. Da tale contributo sono esclusi coloro che non aderiscono.

I contributi versati dal lavoratore e dall’Amministrazione vengono investiti sui mercati finanziari. Le prestazioni finali dipendono quindi non solo dall’importo dei versamenti ma anche dai rendimenti ottenuti dall’impiego delle risorse finanziarie del Fondo. L’investimento è effettuato da gestori professionali scelti tra Banche, Compagnie di Assicurazioni, Società d’Intermediazione Mobiliare, Società di Gestione del Risparmio. Tali gestori sono individuati da Espero e sottoposti ad un costante monitoraggio.

Per i destinatari del Fondo Scuola, tutti i lavoratori del comparto scuola possono accedere ai vantaggi della previdenza complementare e 100.000 lo hanno già fatto.
Il Fondo Scuola Espero è uno dei più importanti Fondi pensione negoziali italiani, è un’associazione senza fini di lucro, riservata solo ai dipendenti della Scuola.
Aderendo ad Espero è possibile avere questi vantaggi:
Contributo dell’1% della retribuzione lorda versato dal datore di lavoro
Costi contenuti e inferiori a qualunque altra forma di previdenza complementare
Agevolazioni fiscali: il contributo a carico del dipendente è deducibile dal reddito complessivo
Gestione trasparente.

Per godere di questi benefici è sufficiente sottoscrivere l’adesione tramite il servizio self service messo a disposizione dal Ministero dell’Economia e delle Finanze sul portale NoiPa.

Tale sistema contributivo non è esente da rischi e a sottolinearli il comunicato CUB, di seguito riportato integralmente:

“FONDO PENSIONI ESPERO? NO, GRAZIE.
Il 31 maggio scorso, i sindacati concertativi -come se la scuola non avesse altre e ben più urgenti questioni da affrontare- hanno sottoscritto un ennesimo accordo peggiorativo per il personale e vantaggioso per loro che cogestiscono il fondo pensioni di categoria Espero. Il nuovo accordo prevede che per gli assunti dal 1° gennaio 2019 scatterà l’iscrizione automatica alla previdenza complementare con il meccanismo truffaldino del “silenzio-assenso”, quando siano decorsi nove mesi dall’assunzione. Dato il valore retroattivo dell’accordo è previsto un periodo transitorio per chi è stato assunto tra il 1° gennaio 2019 e l’entrata in vigore dell’accordo. In tal caso i nove mesi decorrono dalla data di comunicazione dell’informativa (che dovrà essere fornita dalla PA all’interessato entro nove mesi dall’entrata in vigore dell’accordo). Nei 30 gg. successivi alla comunicazione dell’iscrizione forzata è possibile esercitare il diritto di recesso.
Noi abbiamo sempre sostenuto che i lavoratori fanno bene a tenersi stretto il TFR piuttosto che investirlo nei fondi pensione Perchè:

  1. nessuno spiega ai lavoratori che essi, aderendo al fondo pensione, rinunciano al TFR, cioè ad un accantonamento individuale annuo che corrisponde circa al valore di una mensilità netta. Questo accantonamento è garantito e protetto dall’inflazione poiché matura annualmente un tasso di interesse che si aggira intorno al 3% (per aprile ‘22 l’Inps ha annunciato il 2,97%). Il TFR accumulato per ogni anno di servizio e costantemente rivalutato sarà restituito alla chiusura del rapporto di lavoro (fine carriera, licenziamento o dimissioni).
  2. chi vende i fondi pensione non è in grado di garantire alcun rendimento certo e neppure la restituzione delle somme versate perchè i soldi dei lavoratori sono investiti in azioni, obbligazioni o titoli di stato. E’ utile ricordare che alcuni fondi pensione sono pure falliti e i lavoratori hanno perso tutto.
  3. I lavoratori sono esclusi da ogni controllo reale circa la qualità e il valore etico degli investimenti effettuati dai fondi pensione,
  4. Anche attraverso i fondi pensione si alimentano la finanziarizzazione dell’economia e le manovre speculative sui cambi e sui titoli di debito pubblico e privato che hanno portato alle crisi subprime del 2007 e a quella del debito “sovrano” europeo del 2010.
  5. la scelta di destinare il proprio TFR ai fondi pensione è irreversibile, ossia non si può cambiare idea o tornare indietro;
  6. i sindacati che sponsorizzano i fondi pensione dovrebbero chiedersi e spiegarci come mai, pur avendo attaccato duramente le pensioni pubbliche e usato ogni trucco per spingere i lavoratori a seguire questa strada, dopo anni dalla sua introduzione l’adesione alla previdenza complementare è rimasta tanto bassa da spingerli a introdurre la truffa del silenzio-assenso.
    Invitiamo i lavoratori a diffidare di quei sindacati che si trasformano in broker e giocano sulle nostre paure per rifilarci polizze assicurative e fondi pensione.
    Un sindacato vero difende i diritti e gli stipendi dei lavoratori, la previdenza per tutti e la sanità pubblica gratuita e universale.
    STAI DALLA TUA PARTE!
    ORGANIZZATI CON LA CUB SCUOLA UNIVERSITÀ RICERCA”