Gli insegnanti meritano un aumento di almeno 200 euro netti.
Il contratto è scaduto da ben 3 anni. Nel marzo 2018 i sindacati firmarono un aumento vergognoso che non superò gli 85 euro lordi mensili, dopo ben 9 anni di vacanza contrattuale. In 12 anni gli insegnanti hanno perso circa il16% di potere di acquisto. Una riduzione che ha cambiato profondamente l’appeal dello status di lavoratore della conoscenza.
Secondo i dati OCSE, le retribuzioni degli insegnanti italiani sono tra le più basse in UE, molto dietro rispetto a quelle dei colleghi di Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna.
In questo periodo di pandemia gli insegnanti hanno dato il meglio di sé non risparmiandosi sotto ogni profilo, contribuendo a tenere aperti i canali dell’istruzione in togni forma, anche con proprie risorse personali.
Noi insegnanti italiani chiediamo un adeguamento dello stipendio di almeno 200 euro netti mensili ad invarianza degli oneri contrattuali, per recuperare il potere di acquisto fermo, ormai, al 2009. E questo a fronte di un aggravio notevole degli oneri burocratici della propria professione, che determina situazioni di stress tali da far considerare, in alcuni casi, la nostra professione quale usurante.
Professione Insegnante

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