Scuola: “La dicotomia tra slogan e realtà”

Scuola: “La dicotomia tra slogan e realtà”

“La prima settimana di Settembre è stata segnata da una sostanziale attesa di note ministeriali, chiarimenti e piattaforme telematiche, più o meno una carrellata di promesse e numeri. Anch’io, che con i numeri ho a che fare quotidianamente, ho avuto qualche difficoltà a seguire i comunicati che, esattamente come con il precedente ministro del movimento 5 stelle, descrivono una scuola che non c’è, soluzioni approssimative e tanto pressapochismo. A rischio di essere monotono nelle mie considerazioni, i nodi della scuola rimangono irrisolti, sia quelli legati alla pandemia che quelli strutturali. Tra le altre cose, alcune delle azioni proposte sono di difficile comprensione: non si capisce quale sia la ratio dell’ “organico covid” con scadenza a Dicembre e tante limitazioni nel suo utilizzo, né quali siano le modalità che devono seguire i dirigenti scolastici nella spesa per gli impianti di sanificazione dell’aria (al momento apriranno le finestre). Si parla tanto di screening ma non si crea quella figura sanitaria-scolastica dedita al campionamento dei tamponi”.

“Il patto politico tra M5S e PD include evidentemente la volontà di glissare sui veri problemi della scuola come il precariato storico, l’ esigenza di diminuire gli studenti in aula, una nuova modalità di reclutamento e progressione salariale-lavorativa per l’insegnante. Senza affrontare questi argomenti rischiamo di passare le prossime settimane a commentare solamente l’insegnante senza green pass, riempiendo i giornali del nulla sotto il profilo del reale buon funzionamento della scuola. Giusto per parlare di qualcosa di concreto bisognerebbe cominciare a chiarire che le “classi pollaio”, quelle che impediscono una didattica di qualità e rischiano in pandemia di essere cluster del virus, non sono quelle che superano i 27 alunni, ma quelle che superano i 21 alunni! Il Ministero della Istruzione, sperando che non sia l’ennesimo slogan, sembrerebbe intenzionato ad organizzare gli Stati Generali della Scuola, un po’ come hanno fatto gli organizzatori della “Festa della Scuola” svoltasi quest’anno dal 1 al 3 Settembre ad Ascoli Piceno e a cui ho avuto il piacere di partecipare. Ben vengano tutte le riunioni e i tavoli di confronto, indispensabili a mettere al centro del dibattito pubblico e politico le problematiche della scuola italiana. Sarebbe importante, però, che le segnalazioni del malfunzionamento e le soluzioni proposte che provengono da queste kermesse attraverso sindacati, docenti, studenti, politici ed esperti della scuola si concretizzino in azioni legislative nei palazzi di Roma in cui il confronto dovrebbe essere quotidiano e propositivo.
In ultimo ricordiamoci che nella lotta mediatica tra gli slogan proposti da m5s-pd e la realtà della scuola percepita dalla società, quelli che hanno la peggio sono gli studenti che con tutta probabilità in molti casi anche quest’anno non avranno docenti stabili né una scuola funzionante e al passo con i tempi”.