
Scuola: “La storiella dei tamponi e i provvedimenti tampone”
La settimana pre-Ferragosto ha visto una lunga trattativa tra i cinque principali sindacati e il governo per definire i dettagli del protocollo di sicurezza a scuola. Tra le notizie più rilevanti la conferma dell’obbligo del green pass, l’obbligo delle mascherine, lo screening della popolazione scolastica, la distanza di sicurezza da rispettare (aspettiamo di capire l’esatta distanza) e i tamponi diagnostici per il personale scolastico e ATA. Su quest’ultimo punto si è scatenato un putiferio perché qualcuno ha considerato che questa operazione potesse andare incontro al “popolo dei no-vax”.
Allarme rientrato immediatamente grazie al chiarimento del MIUR: “tamponi gratuiti” solo per i docenti che, per certificati motivi di salute, non possono vaccinarsi. Val la pena di ricordare che l’85% del personale scolastico italiano si è vaccinato, prima di altre categorie professionali con il vaccino astrazeneca allorquando questo aveva dato reazioni avverse di seria entità quali trombosi e morti. La classe docente non ha smesso di vaccinarsi neppure durante il “balletto dell’età” del vaccino prima preferibile per gli under 55 poi per gli over 55 e neanche dopo un temporaneo ritiro di Astrazeneca. Personalmente ritengo inopportuno l’accanimento verso i docenti che ancora non hanno provveduto a vaccinarsi, e spiace molto constatare che anche un’associazione nazionale dei dirigenti scolastici si sia prestata a far da sponda alla ennesima delegittimazione del corpo insegnanti.
L’opinione pubblica è stata totalmente distolta da alcune criticità del protocollo di sicurezza che prevede per esempio l’apertura delle finestre per il ricambio d’aria (stendo un velo pietoso sul silenzio dei sindacati su questo punto) qualunque sia la condizione meteorologica esterna all’aula. Sul distanziamento e del sovraffollamento delle classi il ministero, che segue la linea politica sulla scuola dell’asse PD-M5S, ha promesso generici piani sperimentali. Ministero e Sindacati avrebbero dovuto dialogare sui problemi reali della scuola.
Invece NULLA sugli errori delle GPS, volute dalla Azzolina, che hanno mostrato tutte le criticità di un sistema telematico a cui necessiterebbe un periodo di prova. NULLA sul numero spropositato di supplenti che saranno chiamati insegnare in cattedre fuori sede. A causa del covid molte di queste cattedre resteranno scoperte, un disastro per la didattica. NULLA di concreto sulla necessità di un aumento dell’organico e degli spazi. NULLA sulle poche azioni di buon senso che andavano realizzate per il contrasto al precariato storico: percorsi abilitanti speciali, conversione di cattedre di fatto in cattedre di diritto, estensione delle assunzione in ruolo alla seconda fascia delle graduatorie provinciali per fare qualche esempio.
Azioni, chieste ripetutamente rappresentanti dalla Lega, facilmente attuabili aumentando di poco la spesa sull’istruzione in Italia. A proposito di ciò, i due miliardi di euro sulla scuola che il ministero della istruzione, sempre più “imbrigliato” dagli accordi politici di M5S-PD che ne impediscono una politica scolastica lungimirante e di ampio respiro, ha dichiarato di aver investito dall’inizio del suo mandato, sono un lungo elenco di provvedimenti tampone: 300 sul decreto sostegni (quello per l’inclusione estiva), 410 alle scuole per l’emergenza sanitaria, 500 per il trasporto scolastico (che ancora resta un rebus), 400 per insegnanti e personale scolastico covid (fino a dicembre, poi, forse, prorogabile) e 270 per interventi di edilizia leggera (la Germania l’anno scorso ne ha previsti 500). Molto meglio parlare del Green Pass, e dei tamponi a pagamento per no si sa quale percentuale di no-vax tra il personale scolastico e gli insegnanti. Costa molto di meno e distrae di più.

Aggiungo nulla sulla sull geniale vincolo triennale. Docenti costretti a fare centinaia di km su treni e autobus in piena pandemia, quando ci sono cattedre scoperte a pochi km da casa.
Aggiungo nulla sul geniale vincolo triennale. Docenti costretti a fare centinaia di km su treni e autobus in piena pandemia, quando ci sono cattedre scoperte a pochi km da casa.