Mamma e figlia di Messina impiccate, Lucattini: “Non sottovalutate i gesti dettati dall’odio dei compagni di scuola”

Mamma e figlia di Messina impiccate, Lucattini: “Non sottovalutate i gesti dettati dall’odio dei compagni di scuola”

La psichiatra: “Le vittime e le loro famiglie vengono spesso lasciate sole, mentre i genitori dei bulli prendono sempre più le loro difese e non li correggono”

“Il bullismo inizia già ai primi anni delle elementari e quello femminile sta prendendo il sopravvento: ragazzine invidiose che magari hanno situazioni disagiate a casa, se la prendono con chi ritengono più debole o più fortunato di loro. Così tormentano una compagna, la attaccano verbalmente e fisicamente e soprattutto cercano di isolarla, dicendo alle altre amiche di non giocare con lei”.

Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana (Spi) e della International psychoanalytical association (Ipa), commenta amareggiata l’omicidio/suicidio di Messina. “Se l’ipotesi del bullismo fosse confermata, questa vicenda sarebbe terribile”. “Non sottovalutate i gesti cattivi dei compagni, perché la cosa che oggi secondo me è più aberrante è che la vittima di bullismo e la sua famiglia vengano lasciate sole: la scuola, gli altri genitori, tendono a minimizzare,  pensando che siano scaramucce fra bambini, sottovalutando il disagio e il malessere di questi ragazzi oppure, cosa più grave, cercando di insabbiare gli episodi per evitare scandali o semplicemente non avere problemi – spiega Lucattini -. Addirittura spesso non si viene creduti dagli stessi familiari, si viene considerati dei matti, come forse è accaduto anche a Messina. Il fatto poi che le famiglie oggigiorno tendano sempre più a prendere le difese del proprio figlio bullo, senza neanche porsi un interrogativo almeno sulla possibilità che ci sia qualcosa di vero, è assolutamente inaccettabile”.

“Ascoltate i vostri bambini e ragazzi, chiedete loro come va a scuola anche con i compagni, cercate di sapere chi sono i loro amici e chi lo sono meno, così magari vi racconteranno se c’è qualcuno che dà loro fastidio – suggerisce la psichiatra -. Viceversa, se accusano vostro figlio di essere un bullo, cercate di capire come sono andati i fatti e domandatevi perché faccia cose così gravi. Chiedetegli che cosa prova per quel compagno, provate a fargli dire le motivazioni per cui gli sta antipatico e poi curatene le cause, magari con un esperto, uno psicoanalista o recandovi nei centri di ascolto che sono gratuiti”.

“Soprattutto i bambini spesso non realizzano il perché di certi comportamenti, li attuano o li subiscono ma hanno troppa poca esperienza della vita per sapere di che cosa si tratta”, sottolinea Lucattini che fa un appello alle scuole: “Andrebbero organizzate serie campagne di sensibilizzazione sin dalla primaria, per far capire ai ragazzi l’orrore e i danni di questo fenomeno e spingerli ad aiutarsi fra loro in questi casi, a denunciare agli insegnanti e a stare dalla parte delle vittime, invece di fare da “aiutanti” agli artefici dei brutti gesti e delle cattiverie perpetrati contro il malcapitato”.

“Inoltre, gli episodi più gravi vanno denunciati alla polizia che ha un settore apposito, perché il bullismo è un reato penale perseguibile anche d’ufficio”. “Si tratta di un fenomeno molto grave, una triste piaga della società – conclude l’esperta -: aiutate i vostri figli a crescere in modo sano, perché il mondo può diventare migliore a partire dai più piccoli”.