
Lettera alla redazione
Siamo a fine scuola, siamo tutti stanchi, alunni, docenti, genitori.
Questa pandemia non è ancora finita..
Stamattina più di un bambino mi ha abbracciato, non me la sono sentita di continuare a respingere, di continuare a rimandare.
Continuo a coltivare una passione da poco scoperta: scrivere testi, buttare su carta pensieri, riflessioni.
Forse questa brutta pandemia un merito ce l’ ha davvero: ci ha resi un po’ più sensibili, un po’ più vulnerabili ma anche desiderosi di ricominciare, di ricostruire.
Un famoso cantautore scrive: ” Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’” ed è quello che forse desideriamo tutti distrarci, pensare ad altro per dimenticare anche quest’anno scolastico.
Un anno pesante, difficile da sostenere, che ha nascosto i nostri sorrisi, che ci ha privato delle carezze, della libertà di muoverci nello spazio senza avere l assillo di mantenere la distanza.
Una mia alunna stamattina mi ha chiesto: “Maestra Stefania come faccio ad allontanare l ansia, la paura, lo stress?” .
Bella domanda, ho pensato, peccato che Ginevra ha solo otto anni e alla sua età è davvero troppo prematuro usare queste parole.
Eppure questo periodo ci ha costretto a gestire l’ inimmaginabile, ciò che mai avremmo voluto affrontare!
La risposta alla sua domanda è venuta fuori da un suo compagnetto: “Giuseppe, perché mi piace metterli in situazione di problema solving di gruppo , quando ci sono delle questioni da affrontare.”
Con i suoi occhioni azzurri e una mascherina sotto il naso che non riesce mai a coprirlo, le ha risposto:” Prova ad avere pensieri positivi, pensa a ciò che ci rende felice, che pure se non c è, immaginalo e prima o poi ci sarà.”
La sua risposta semplice, ma meravigliosamente autentica , mi ha fatto sorridere.Basta così poco per farsi ritornare il buon umore, ritornare a sperare a credere che ciò che oggi sembra impossibile domani lo realizzeremo.
“Sperare contro ogni speranza” e allora mi ritorna l’input per continuare a scrivere, a buttar giù quei pensieri che fanno così bene all anima.
Quei pensieri positivi che mi regalano di nuovo quotidianamente la voglia di ricominciare, di riscomettere, di ricostruire e perché no partire dai progetti , dai desideri?
E mi viene voglia di nuovo di continuare a battagliare, per una scuola migliore, più sensibile, più autentica che si metta in ascolto delle nostre storie, del nostro io più profondo.
In questi mesi, ho alimentato una speranza personale , quella di ottenere un passaggio di ruolo ad altro grado di scuola, pur non avendo conseguito un abilitazione.
È stato un modo per non pensare alla pandemia, per esorcizzare le mie paure e mi sono rifugiata nell’ alimentare un desiderio, nel costruire un nuovo progetto di vita.
Ho avuto il privilegio di conoscere altri colleghi sparsi per tutta Italia, che come me condividono un sogno: un passaggio di ruolo immediato attraverso corsi abilitanti con esami finali.
Ho avuto la possibilità di conoscere tante storie, di poter condividere pensieri, riflessioni ed emozioni.
Ho conosciuto davvero belle persone che ancora hanno voglia di spendersi per la scuola, di condividere ideali, sogni e passioni per il mestiere più bello del mondo: “Educare, il tirar fuori, toccando le anime dei nostri alunni per dare vita agli uomini di domani”.
Ho conosciuto Stefano , Rocco, Alessandro, Clorinda, Madda, Stefi, Giulia”..persone che come me hanno ancora dei sogni..
Io continuo a scrivere e chissà che prima o poi qualche giornalista sensibile, qualche redattore prenda a cuore anche la questione degli ingabbiati di ruolo per percorsi abilitanti…perché ci sentiamo dimenticati da tutti!!!
Nessuno ne parla, anzi ci ridono dietro perché in fondo un lavoro ce l’ abbiamo già!!! Mi piacerebbe invece che si leggesse oltre, dando un volto e voce alle storie di questi docenti che chiedono solo di poter fare quel salto di qualità che porterebbe benessere all interno sistema scuola.
Io continuo a scrivere…e magari domani si parlerà anche di noi.
Stefania Conte
