
Scuola in sicurezza: servono dati e lungimiranza
Da Novembre ho manifestato dubbi sui dati del contagio scolastico: imprecisi, incompleti e poco significativi dal punto di vista statistico. Ho espresso le mie perplessità più volte, in ogni sede istituzionale ed ad ogni incontro con colleghi ed esperti di scuola. Ho anche spiegato che i dati statistici sullo screening scolastico forniti in maniera aggregata, avrebbero potuto generare il famoso effetto del “pollo di Trilussa“. I fatti di questi giorni, dei contagi taroccati in Sicilia, mi hanno dato ragione. D’altronde dal territorio, docenti, dirigenti e amici mi comunicavano una situazione diversa da quella descritta da diverse testate giornalistiche. Le azioni per rendere la scuola sicura sono di breve, medio e lungo periodo. Nel breve periodo occorre che siano resi pubblici e certi i dati disaggregati, sia dei contagi che della partecipazione allo screening scolastico. Nel medio periodo occorre organizzare un presidio sanitario scolastico che monitori l’eventuale contagio della comunità scolastica con tamponi periodici effettuati, random, classe per classe. Nel lungo periodo servono più docenti e più aule. In attesa di tutto ciò, l’unica azione da portare avanti immediatamente è garantire la massima protezione possibile all’ambiente scolastico: mascherine FFP2 per tutto il mondo della scuola, installazione di impianti sanificazione dell’aria, una DAD funzionante a supporto di una didattico d’emergenza e, considerata la volontà del governo di riaprire le scuole anche in zona rossa dopo Pasqua, la priorità vaccinale, non solo per età, ma anche ai nuclei familiari conviventi con docenti, studenti e personale scolastico che si devono recare a scuola.
La riapertura delle scuole è subordinata alla SICUREZZA sanitaria, certificata da dati certi e a queste azioni di buon senso.
