La notizia è comparsa nel numero odierno del quotidiano La Repubblica a firma del giornalista Corrado Zunino.

Il ministro dell’istruzione ha dichiarato: “Gli studenti avranno modo di esprimere quanto maturato nel corso degli anni di studio”.

Sarà infatti un lungo esame orale, non vi sarà alcuna prova scritta e l’ammissione all’esame sarà deliberata dal Consiglio di classe. Presenteranno tuttavia un testo articolato (la cosiddetta tesina) che sarà l’avvio dell’orale e che gli studenti potranno preparare sotto la guida del coordinatore di classe. L’argomento della tesina dovrà essere assegnato a studenti e studentesse entro il 30 aprile dal consiglio di classe e sarà compito di ogni docente seguirne un gruppo. L’elaborato dovrà essere consegnato entro il 31 maggio. Potrà essere un testo, una prova pratica o anche un prodotto multimediale al fine di tenere conto sia della specificità dei diversi indirizzi di studio che della progettualità delle istituzioni scolastiche e delle caratteristiche della studentessa o dello studente in modo da valorizzare le peculiarità e il percorso personalizzato compiuto. L’elaborato dovrà riguardare le discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi, che potranno essere integrate anche con apporti di altre discipline, esperienze relative ai PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), la cosiddetta “alternanza scuola – lavoro”, o competenze individuali presenti nel curriculum dello studente.

La prova orale proseguirà quindi con l’analisi di un testo che sia già stato oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento della lingua e letteratura italiana.

Saranno poi analizzati dei materiali (un testo, un documento, un problema, un progetto) predisposti dalla commissione. In quest’ultimo aspetto non si discosta particolarmente dalle prove dello scorso anno scolastico.

A questo proposito il ministro si è così espresso: “potranno dimostrare ciò che hanno appreso e compreso, la loro capacità di pensiero critico e di esprimersi”. E ancora: “L’Esame deve essere concepito come il diritto di tutte le studentesse e tutti gli studenti ad essere valutati sulla base delle attività scolastiche svolte nell’arco di tutto il loro percorso. Tenendo conto delle difficoltà vissute durante l’emergenza sanitaria”.

La partecipazione alle prove nazionali Invalsi non sarà un requisito di accesso, e le istituzioni scolastiche stabiliranno eventuali deroghe al requisito della frequenza, previsto per i tre quarti dell’orario individuale. Deroghe previste anche per il monte ore previsto per i PCTO ma anch’esso non rappresenta un requisito di accesso. Il credito scolastico avrà un peso fino ad un massimo di 60 punti, 40 per l’orale. La votazione finale resta in centesimi e si potrà ottenere la lode. La commissione sarà interna, con il presidente esterno.

Nella conduzione dei colloqui si terrà conto sia delle informazioni contenute nel curriculum dello studente, comprendente il percorso scolastico, che delle attività effettuate in altri ambiti, come sport, volontariato e attività culturali.

Gli esami avranno inizio il prossimo 16 giugno.

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